Questa settimana abbiamo ricevuto due belle notizie per chi, come noi, si sta impegnando nel contrasto alle organizzazioni fasciste.
La prima è stata il sequestro della sede di Casapound a Bari. Nell’atto giudiziario si riconosce finalmente come questa organizzazione abbia l’obiettivo anticostituzionale di ricreare un regime fascista in Italia, fatto di intolleranza e violenza.
Il provvedimento è conseguente a un’aggressione, a scapito di alcuni manifestanti inermi, il 21 settembre scorso a Bari: aggressione pianificata da Casapound usando la propria sede come base logistica.
Un’indole violenta e aggressiva che non è legata solo agli esponenti di Bari, 35 indagati, ma è insita nella cultura e nel pensiero politico di Casapound. Un pensiero che ha portato nella storia del nostro Paese un regime repressivo, contrario alla libertà e autore di orrendi crimini sia in guerra sia contro i cittadini italiani di diverso orientamento politico, sessuale e religioso rispetto a quello promosso dal regime fascista.
Una seconda bella notizia è che la stessa accusa di tentativo di ricostruzione del partito fascista è stata avanzata alla lista Fasci italiani del lavoro (ça va sans dire), presentata alle elezioni amministrative del 2017 nel Comune di Sermide e Felonica, settemila abitanti in provincia di Mantova. In quella occasione la lista raccolse il 10% dei voti, eleggendo una consigliera comunale, Fiamma Negrini.
In quel caso, anche grazie alla pressione mediatica, le elezioni furono annullate, il consiglio comunale sciolto con l’insediamento di un commissario, e fu aperto il procedimento penale che ha coinvolto 9 persone.
Nel giro di pochi giorni in due casi distinti è stata dunque riconosciuta la bontà di un argomento che come rete Mai più fascismi abbiamo sempre sostenuto sulla base delle leggi vigenti e della Costituzione. Questo ci convince a continuare in maniera decisa il nostro impegno in questo campo, consci della maggiore forza che ci porta in dote la scelta di lavorare in rete.
Se tutto ciò può portare una dose di soddisfazione, analizzando un quadro più ampio, non possiamo però non dirci anche che l’uso della via giudiziaria è un segnale culturale preoccupante. Per noi, che siamo un’associazione culturale, la cultura resta la via maestra per contrastare davvero il fascismo e la discriminazione.
Perché siamo consapevoli come il fascismo sia un sistema di (dis)valori che comprende il razzismo, il nazionalismo, la discriminazione, la creazione nel dibattito pubblico di nemici, spesso dipinti come potenti e pericolosi, ma in realtà deboli ed esterni, per dimostrare poi forza nello sconfiggerli.
Accanto alla nostra richiesta di sgombero della sede nazionale di Casapound a Roma occupata illegittimamente e, in generale, al suo scioglimento, dobbiamo sempre più inserire iniziative culturali e momenti ricreativi che riducano il ‘brodo’ di cui questi movimenti fascisti si nutrono: la sempre maggiore intolleranza e insicurezza sociale, un risentimento diffuso tra la popolazione e le diverse forme di solitudine.
Un impegno che rappresenta una delle finalità su cui stiamo insieme e su cui lavoriamo ogni giorno.