Storie di grandi donne del Novecento, uno sguardo sulla macchina della giustizia italiana, un viaggio nel più grande evento religioso di sempre e tra chi cerca di sopravvivere alla crisi economica globale. Anche quest’anno la rassegna Astradoc – viaggio nel cinema del reale ha raccontato la società contemporanea attraverso l’occhio di quattro registi che narrano storie straordinarie di vita quotidiana. L’iniziativa è stata ospitata dal cinema Astra di Modena, ultima sala storica nel cuore della città con le sue grandi vetrate e il foyer vecchio stile, che per quattro serate è tornata ad essere non solo spazio di proiezione e visione, ma anche luogo di socializzazione, cultura, dialogo e confronto, dove le persone si sono incontrate per ascoltare buona musica, chiacchierare davanti ad un aperitivo e guardare un documentario che, pur essendo stato presentato in importanti festival, difficilmente potrà essere programmato in una sala tradizionale. Una rassegna che nasce da un progetto di Arci Modena condiviso con una rete di realtà del territorio, il Comune di Modena, il cinema Astra, l’associazione Voice off, Juta Stereobar e l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
Giunta alla terza edizione, Astradoc ha colto nel segno e dimostrato di saper raccogliere il meglio del cinema documentario – grazie anche ai consigli di Fabrizio Grosoli, direttore del Modena Viaemiliadocfest e di Vittorio Iervese del Festival dei Popoli – proponendo negli anni opere come Bella e perduta di Pietro Marcello, unica opera italiana al Festival di Locarno e vincitrice del premio Ingmar Bergman al Festival di Göteborg, il discusso Smokings di Michele Fornasero e Il refettorio: miracolo a Milano di Peter Svatek, che racconta la nascita del progetto dello chef modenese Massimo Bottura. Non solo cinema però, perché caratteristica di tutte le edizioni è una selezione di progetti musicali emergenti che accompagnano l’aperitivo prima della proiezione e, per le prime due edizioni, la presenza dei registi, che dialogano in sala con il pubblico.
Anche quest’anno il programma è stato ricco: ha aperto la rassegna Lievito Madre di Concita De Gregorio e Esmeralda Calabria, una smitizzante autobiografia collettiva nella quale grandi donne del Novecento si raccontano a giovani donne del Duemila, tra lavoro, aspettative, amore, famiglia e figli, il film è stato accompagnato dal live di Avocadoz, il progetto solista di Valentina Gallini, che ha spaziato dall’heavy pop al cantautorato ermetico.
Per il secondo appuntamento è stato proiettato La convocazione di Enrico Maisto, racconto di una giornata al Palazzo di Giustizia di Milano, alla Corte d’Assise d’Appello, dove sessanta cittadini, estratti a sorte da un sistema informatico, attendono di sapere se faranno parte della giuria popolare che affronterà stragi e omicidi degli ultimi vent’anni. L’opera ha vinto nel 2015 il Premio Solinas e nel 2017 il Premio del Pubblico di MYmovies.it al 58° Festival dei Popoli di Firenze. Il film è stato commentato in sala dall’avvocato penalista Gianpaolo Ronsisvalle, membro del consiglio direttivo della Camera Penale di Modena. Per la parte musicale, invece, protagonista il duo Gotama, progetto di Gian Marco Vecchi e Nicolò Bertoni con pianoforte e batteria.
Terzo appuntamento con L’ultima pop star di Claudio Casazza, Carlo Prevosti e Stefano Zoja, che documenta il 25 marzo 2017 a Monza, giorno in cui oltre un milione di fedeli ha atteso la messa del Papa, tra musica, tifo da stadio e un palco dieci volte più grande di quello di San Siro. Il film ha ricevuto il Premio Cinemaitaliano.info – CG Entertainment della 58^ edizione del Festival dei Popoli. Ospite della serata il regista Claudio Casazza, che ha parlato del film in sala confrontandosi con Don Paolo Boschini. L’aperitivo è stato accompagnato dalle note di Improvvisazioni Pop(e) di Gian Marco Vecchi, Nicolò Bertoni, Edoardo Meloni, Edoardo Elia.
Chiusura in grande stile con Country for old men di Stefano Cravero e Pietro Jona, Menzione Speciale al 29° Trieste Film Festival nella sezione Premio Corso Salani, che racconta la storia di un piccolo gruppo di espatriati americani in pensione che si ritira in Ecuador per sfuggire agli effetti della crisi economica globale. Le atmosfere americane sono state interpretate durante l’aperitivo dai Best Before War, gruppo di formazione eterogenea che nasce dalla passione per la musica rurale statunitense e dalla volontà di ripercorrerla nella maniera più autentica possibile.
Astradoc anche quest’anno ha avuto una buona risposta di pubblico, riuscendo ad intercettare tanti giovani grazie alle proposte di musica live e alla collaborazione con l’ateneo, proponendo documentari su temi sociali e offrendo spunti di riflessione e di discussione in sala. Un anticipo di quello che verrà presentato al Modena Viaemiliadocfest a novembre, festival di cinema documentario che Arci Modena propone in collaborazione con Ucca e con il supporto delle istituzioni locali, dal Comune alla Regione Emilia Romagna, e che anche per il 2018 vedrà passare il meglio del cinema documentario nazionale e tutti i suoi protagonisti.