Con un nuovo disegno di legge, targato stavolta Fratelli d’Italia, si torna ad attaccare il diritto all’aborto e alla libertà di autodeterminazione di ogni donna.
A quattro mesi dall’insediamento del governo Meloni si contano due provvedimenti firmati da esponenti della maggioranza e svariati tentativi di mettere in discussione la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza: un record per chi in campagna elettorale dichiarava di non voler toccare la 194.
Dopo il ddl Gasparri, depositato nel primo giorno di legislatura, arriva la proposta del senatore FdI, Roberto Menia, che ha come obiettivo “riconoscere, anche nell’ambito giuridico, che embrione, feto, neonato, bambino, ragazzo, adolescente, giovane, adulto, anziano, vecchio sono diversi nomi con cui si indica una identica realtà, un identico soggetto, lo stesso essere personale, lo stesso uomo”.
Ancora una volta si punta quindi a modificare l’articolo 1 del Codice Civile – quello che prevede l’acquisizione della capacità giuridica “dal momento della nascita” – per rendere di fatto inapplicabile la legge sull’aborto. Riconoscere personalità giuridica al concepito significherebbe, infatti, che una donna, che per qualsiasi motivo vuole o deve interrompere la gravidanza, commetterebbe un omicidio.
Non possiamo più accettare questa propaganda contro i corpi delle donne e che non venga tutelato il loro diritto di scelta. Per questo l’Arci metterà in campo ogni strumento e capacità di mobilitazione per respingere i tentativi di abrogazione de facto della legge 194 e ogni ulteriore attacco all’autonomia e alla libertà delle donne.