Il circolo Arci San Lazzaro è attivo da 40 anni nella provincia di Bologna. Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito a uno sviluppo straordinario dell’associazione, in termini di attività e del numero di soci (dai 3.500 del 2005 ai quasi 7.000 del 2017). Una crescita che non poteva essere sostenuta esclusivamente dalla forza del volontariato e che dal 2010 ci ha spinto a percorrere la strada del lavoro subordinato.
Per far fronte a tutti i servizi offerti ai soci e garantirne la sostenibilità, infatti, è necessaria un’organizzazione efficiente: basti pensare all’attività di ristorazione, annoverata fra le attività commerciali della nostra associazione, che prevede un coordinamento e una pianificazione che il semplice volontariato non può sostenere.
Col passare del tempo, il ‘progetto lavoro’ condiviso dai Consigli direttivi che si sono succeduti è andato avanti parallelamente al mutare delle leggi sul lavoro. Fino ad arrivare al Jobs Act, che sin da principio abbiamo ritenuto incompatibile con i valori che la nostra associazione indica già nel proprio Statuto, come i principi di uguaglianza e solidarietà. Prevedendo la decontribuzione per un periodo di tre anni, il Jobs Act appariva come un grosso incentivo per favorire l’occupazione ma a scapito delle garanzie previste dalle precedenti leggi. Finiti gli incentivi, rimane la precarietà camuffata da contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Con l’introduzione della nuova legge nel nostro circolo si era creata una disparità di tutele per i lavoratori: per alcuni valevano le tutele previste dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori; nessuna tutela, invece, per quelli assunti dopo il Jobs Act.
I 26 dipendenti dell’associazione Arci San Lazzaro hanno unanimemente chiesto al Consiglio direttivo di essere tutelati in uguale misura, sia per quanto concerne la materia del licenziamento e la pratica del demansionamento – e quindi della perdita salariale – sia per quanto riguarda il controllo di videosorveglianza durante le ore di lavoro. Il Consiglio ha ritenuto di essere coerente con quanto previsto dallo Statuto dell’associazione non favorendo situazioni di disuguaglianza e quindi di emarginazione fra i lavoratori e ha accettato la richiesta degli stessi sottoscrivendo con l’organizzazione sindacale di riferimento (la Filcams CGIL di San Lazzaro di Savena) un accordo valido a tutti gli effetti giuridici sia per i lavoratori in servizio che per quelli che saranno assunti in futuro.