Il quarto ed ultimo video-incontro della rassegna 4 colpi alla ‘ndrangheta si terrà giovedì 11 marzo alle 17,30 sulla piattaforma Zoom. Si discuterà del ruolo delle donne nella mafia calabrese e della lotta di alcune di loro per liberarsi dalla spirale di violenza ndranghetista. Interverranno all’incontro pubblico Dina Lauricella, giornalista RAI e autrice del libro Il codice del disonore – Donne che fanno tremare la ‘ndrangheta, e Alessandra Cerreti, magistrata della DDA di Milano, che ha seguito alcune testimonianze di donne perseguitate dalla ‘ndrangheta. L’incontro è moderato da Giorgia Venturini, giornalista presso la redazione di Milano Fanpage, nonché direttrice di www.stampoantimafioso.it giornale online sui temi della lotta alle mafie.
Nelle numerose inchieste della magistratura che hanno colpito la ‘ndrangheta, emergono spesso aspetti che sembrano secondari ma che invece devono essere attentamente indagati ed approfonditi, come ad esempio il ruolo delle donne nella vita dell’organizzazione mafiosa calabrese.
Il più delle volte le figure femminili sono vittime della ‘ndrangheta, a volte hanno invece un ruolo attivo, diventando protagoniste delle azioni criminali. Succede ad esempio che le ragazze, discendenti di famiglie ‘ndranghetiste trasferitesi in Lombardia, debbano fare presto i conti con i doveri imposti dalle rispettive famiglie. Quindi anche le nuove generazioni rischiano di essere risucchiate dagli affari delittuosi delle proprie famiglie. Più difficile, se non quasi impossibile, lo “staccarsi” dalle attività delittuose delle famiglie di origine.
Di queste figure femminili parla il libro Il Codice del disonore di Dina Lauricella, che indaga su un fatto, relativamente recente, di grande importanza: per la prima volta nella storia della ‘ndrangheta, figlie e mogli dei boss collaborano con la giustizia, denunciando le loro famiglie. Donne che fanno tremare la ‘ndrangheta, come le definisce la giornalista. Donne che hanno preso consapevolezza di vivere in famiglie dove il controllo dei maschi è assoluto e che hanno subito fin da piccole privazioni, botte, umiliazioni, stupri e isolamento.
Prigioniere in casa, a loro viene negata anche la vita scolastica. Crescono sotto il dominio di un padre padrone e di una madre anaffettiva che non ama le figlie, ma venera il figlio maschio, al quale, secondo le norme ‘ndranghetiste instilla il senso della vendetta, dello spargimento del sangue anche se è il proprio sangue, di chi ha tradito il codice d’onore mafioso. L’autrice racconta la storia di alcune donne che hanno fornito, con la loro testimonianza informazioni utili a colpire i traffici criminali delle famiglie di ‘ndrangheta. Sono donne coraggio che sfidano la morte, soprattutto madri che vogliono salvare i figli da un destino di criminalità e di morte. Sono pagine ricche di informazioni sulle indagini e sugli atti processuali, ma anche pagine intense, dolorose, capaci di suscitare nel lettore emozioni, quando l’autrice indaga sulla condizione femminile nella mafia calabrese e sul sistema criminale che regola gli affari delle ‘ndrine con il loro efferato codice tribale.
Durante l’incontro dell’11 marzo si discuterà quindi delle donne vittime di ‘ndrangheta, ma anche del ruolo di alcune figure femminili che hanno cercato di riscattarsi da una situazione familiare intrinsecamente legata alla criminalità organizzata calabrese.
Si ricorda che la Rassegna 4 colpi alla ‘ndrangheta è organizzata dal Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” e da Arci Como, col patrocinio dei Comuni di Alzate Brianza, Cabiate, Carugo, Inverigo, Lurago d’Erba e Mariano Comense.
Le credenziali per partecipare sono disponibili su www.circoloambiente.org e www.ecoinformazioni.com
Gli incontri saranno trasmessi in diretta sulle pagine facebook di Arci Como, Circolo Ambiente Ilaria Alpi e ecoinformazioni.
[Circolo ambiente “Ilaria Alpi”, Arci Como]