L'inizio della scuola si avvicina, e con esso arriva anche il momento per gli studenti e le loro famiglie di acquistare i libri scolastici, spese che però, come è emerso da delle statistiche, possono arrivare fino a 500 euro all'anno.
Per questo la Rete degli Studenti Medi Palermo, dal 7 al 21 settembre sarà impegnata nel mercatino del libro usato. «Ancora oggi la scuola, che si dichiara gratuita ed accessibile, impone alle famiglie di acquistare a proprie spese i libri e l’attrezzatura scolastica» dichiara Marta Sabatino, dell'esecutivo provinciale della Rete degli Studenti Medi Palermo.
«Come sindacato studentesco crediamo sia necessario dare una risposta consapevole a questo disagio, per questo per due settimane porteremo il mercatino del libro usato in quattro quartieri della nostra città: il centro storico, Ballarò, lo Zen e la Zisa, dando alle famiglie la possibilità di risparmiare e anche guadagnare dei soldi attraverso l'acquisto e la vendita dei libri scolastici. Tuttavia la nostra protesta per il carolibri va oltre il mercatino, crediamo infatti che in un paese in cui a causa dei costi esorbitanti dei libri molti ragazzi si trovano costretti ad abbandonare una scuola che si definisce pubblica, non dovrebbe essere un'associazione studentesca a cercare di garantire a tutti l'istruzione, ma lo stato».
Per questo la Rete degli Studenti Medi Palermo, anche grazie alla collaborazione di associazioni già presenti sul territorio, si troverà per le due settimane tra il 7 e il 21 Settembre al Teatro Nuovo Montevergini, al Laboratorio Zen Insieme, all'Arci Porco Rosso e all'Arci Tavola Tonda pronta a comprare e rivendere libri usati.
«È un progetto che portiamo avanti in tutta la Sicilia dal 2012» dichiara Luca Lombardo, coordinatore regionale della Rete degli Studenti Medi Sicilia. «Quest’anno stiamo lavorando su Palermo, Caltanissetta, Messina e Siracusa, e ogni anno ci accorgiamo di quanto cresca esponenzialmente il prezzo dei libri e di quanto spesso cambi l’edizione di uno stesso libro, a volte senza alcuna ragione. Ci impegniamo in questa lotta perché siamo studenti che vivono ogni giorno i vari disagi della scuola italiana e nessuno meglio di noi può comprendere e provare a cambiare la situazione».