Pozzi. Il Diavolo a Bitonto di Selene Pascarella

Presentazione di “Pozzi. Il Diavolo a Bitonto” di Selene Pascarella, l’autrice ne discute insieme alla giornalista Claudia Torrisi. Modera Nadia Bagni, Casetta Rossa.

Recuperare un «fattaccio» di cronaca nera, un cold case davvero molto cold, blocco di ghiaccio nascosto sottoterra, che a toccarlo raggela le dita.
Ritessere una storia sfilacciata dal tempo, una saga perduta di bambini uccisi chissà come e colpevoli a buon mercato, ambientata all’estremo margine di un lembo di provincia italiana, nel decennio più maudit del secolo scorso: gli anni Settanta.
Raccontare una storia che giunge a noi trasfigurata in un film, un classico del thriller all’italiana, Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci. Partire da lì e andare a ritroso.
Il cult movie con Tomas Milian, Florinda Bolkan e Barbara Bouchet arriva nelle sale nel 1972. Quello stesso anno il piccolo Giuseppe affoga nella cisterna della casa di sua nonna, nel quartiere più “degradato” di Bitonto, in provincia di Bari. È il quinto bimbo ripescato morto dai pozzi di quello che per la stampa e la gente perbene è il ghetto dei truscianti: persone di remota origine «zingara», dedite al furto e ad altre attività illegali. Stampa e televisione si gettano a capofitto sul caso, il clamore dura a lungo, i colpi di scena si susseguono… Dopodiché, cala il silenzio.
Per anni.
Perché?
Interrogare la storia, i filamenti di memoria e il nucleo denso dell’amnesia collettiva. Camminare lungo il reticolo dei confini tra realtà e sceneggiatura, tra la Bitonto delle cronache e l’Accendura inventata da Fulci e Gianviti, tra la polvere dell’archivio e la vita vera incrociata durante i sopralluoghi, tra il non detto che percola ovunque e l’irrompere di spunti autobiografici.
Fare tutto questo con l’aiuto di Esselio, personaggio come non se n’erano mai visti in un libro d’inchiesta. È la missione che si è data Selene Pascarella, al suo secondo titolo per Quinto Tipo.
Dopo Tabloid inferno, uno spiazzante case study sulle narrazioni tossiche legate alla cronaca nera e alla sua manipolazione politica e propagandistica.
«Dal sud del Sud dei santi», come diceva Carmelo Bene.
Che è anche il sud del Sud dei diavoli.

Selene Pascarella è nata a Taranto nel 1977. Giornalista e criminologa, ha scritto di tv, cinema, poesia, horror fiction e narrativa seriale, ma la sua vera passione è la cronaca nera. Nel 2011 ha pubblicato per Gargoyle Books il saggio L’alba degli zombie. Voci dall’apocalisse: Il cinema di George Romero con Danilo Arona e Giuliano Santoro. Nel 2016 ha pubblicato per Alegre, nella collana Quinto Tipo, Tabloid inferno. Confessioni di una cronista di nera.

Claudia Torrisi è una giornalista freelance. Collabora con Valigia Blu, VICE Italia, Open Migration e cura una rubrica mensile per 50.50, la sezione di Open Democracy che copre i diritti delle donne e le questioni di genere. Nel 2015 è stata finalista al Premio Roberto Morrione con Obiezione vostro onore, inchiesta su obiezione di coscienza e applicazione della legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza negli ospedali di Roma.