L'umanità sta attraversando una fase critica e le risposte che darà ad alcune domande fondamentali la porteranno ad un cambiamento radicale. Le nuove tecnologie potrebbero essere la chiave per vivere in un mondo migliore e più giusto ma se non ridirigiamo il timone di questo vascello, il futuro potrebbe essere minaccioso.
Se anche a livello mondiale riuscissimo a riorganizzarci e a far sì che le nostre vite non ruotino tutte attorno alla produzione, se riuscissimo insomma a rallentare il motore della nostra barca, poi… che cosa faremmo? Il nostro è un mondo che vive di enormi paradossi. Siamo capaci di costruire ed ammassare enormi ricchezze, ma non sappiamo ridistribuirle al maggior numero di persone possibile. Eppure siamo all’alba di un nuovo mondo, un mondo dove mancherà il lavoro, un mondo che, se non saremo stati noi a rendere meno disuguale, segnerà sempre più profondi confini tra chi ha e chi non ha. Siamo di fronte ad una opportunità unica. Possiamo cambiare rotta. Sarebbe un bene per tutti. In fondo siamo tutti sulla stessa barca.
Nell’opera del regista Rudy Gnutti, i maggiori pensatori ed economisti (Zygmunt Bauman, Tony Atkinson, Serge Latouche, Erik Brynjolfsson, Mariana Mazzucato, Pepe Mujica e altri) si interrogano sulle grandi trasformazioni in atto nelle economie avanzate e sull’impatto che tali trasformazioni potranno avere sul mercato del lavoro, sulla distribuzione del reddito e sui sistemi di sicurezza sociale.