La presa di posizione e le richieste delle organizzazioni della società civile italiana
La catastrofica situazione della popolazione civile in Yemen, martoriata da oltre tre anni di conflitto armato, è recentemente e prepotentemente tornata sotto gli occhi dell’opinione pubblica anche italiana. Bombardamenti indiscriminati su strutture civili, quali scuole, ospedali, strade e porti ha portato il paese ad avere 17.8 milioni di persone in stato di insicurezza alimentare ponendo il paese alle soglie della peggiore carestia degli ultimi 100 anni. Le Nazioni Unite stimano 18mila bombardamenti aerei soltanto tra marzo e agosto 2018, di cui circa il 39% non sono avvenuti contro definiti obiettivi militari.
Anche il Parlamento italiano negli ultimi giorni è finalmente ritornato ad occuparsi di questa drammatica situazione, in particolare con un’audizione di esponenti della società civile in seno alla Commissione Esteri della Camera che è diventata occasione di stimolo alla presentazione di testi parlamentari. Riteniamo fondamentale che alla Camera e al Senato si dia avvio ad un serio dibattito sul conflitto in corso in Yemen e per questo motivo le Organizzazioni firmatarie di questa nota fanno appello alle convinzioni profonde di ciascun eletto ed eletta in Parlamento affinché prenda rapidamente una posizione netta ed esplicita per sollecitare il Governo italiano a: attivare iniziative concrete per la risoluzione diplomatica e multilaterale del conflitto in corso in Yemen, anche per ovviare al devastante e catastrofico impatto umanitario che ne deriva; imporre un embargo immediato sulle armi e la sospensione delle attuali licenze di esportazione di armi a tutte le parti nel conflitto dello Yemen, in quanto è presente un chiaro rischio di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario; attivare e finanziare il fondo per la riconversione dell’industria militare previsto nella stessa legge 185/90 anche sulla base di una discussione pubblica sull’impatto del complesso militare-industriale italiano sulla instabilità geopolitica (in particolare in Medio Oriente) e nella definizione della politica estera e di sicurezza dell’Italia; intraprendere iniziative verso le parti in conflitto affinché siano rigorosamente rispettati i divieti di bombardamento di ospedali, scuole, strutture di cura; condannare l’uso di munizioni a grappolo nel conflitto in Yemen e fare pressioni affinché anche l’Arabia Saudita ratifichi il Trattato internazionale sulle munizioni a grappolo e distrugga quelle che ancora possiede; sollecitare l’istituzione di una indagine internazionale indipendente per esaminare le possibili violazioni del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti in conflitto, al fine di assicurare la giustizia, le responsabilità e il risarcimento per le vittime.
Invitiamo tutti gli eletti al Parlamento italiano a far proprie le nostre richieste e preoccupazioni, seguendo l’esempio dei loro colleghi europei, per fare in modo che la drammatica situazione dello Yemen trovi spazio nel dibattito all’interno dei loro partiti e movimenti politici e nell’agenda politica parlamentare come un’urgenza da affrontare. Confidiamo nel senso di umanità e di responsabilità di ciascun parlamentare e chiediamo loro di dare piena attuazione all’articolo 11 della nostra Costituzione: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».
Le Organizzazioni firmatarie di questa presa di posizione congiunta rilanceranno a breve queste richieste all’attenzione dell’opinione pubblica in una iniziativa comune programmata per il prossimo giovedì 22 novembre in una sede istituzionale a Roma.
Amnesty International Italia, Fondazione Finanza Etica, Movimento dei Focolari, Oxfam Italia, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Save the Children Italia