In questi giorni, presso il Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale a Roma, si sta svolgendo l’assemblea e la conferenza internazionale Beyond the Obvious organizzata dalla rete europea CAE – Culture Action Europe. L’Arci è socia della rete da molti anni, da quando ancora si chiamava Efah – European Forum for the Arts and Heritage fondata nel 1992.
CAE associa più di 140 organizzazioni che rappresentano 80mila operatori culturali in 28 paesi europei ed è il principale interlocutore della Commissione Europea negli ambiti che riguardano le politiche culturali dell’Unione.
Negli ultimi anni ha rafforzato il suo ruolo di advocacy, anche elaborando documenti importanti che mettono al centro dell’azione degli operatori culturali temi quali la sostenibilità, l’inclusione sociale, il dialogo tra culture e tra diversità, il ruolo della cultura nelle politiche pubbliche e nelle politiche dell’Unione Europea.
Il primo giorno si è svolta l’assemblea della rete che ha adottato il piano di lavoro per il 2018 e 2019, anche in vista dell’importante appuntamento elettorale che rinnoverà il Parlamento Europeo. CAE ha l’ambizione di orientare le politiche comunitarie dei prossimi anni mettendo al centro l’azione progressista della cultura, delle arti, della conoscenza, come antidoto contro le spinte nazionaliste e identitarie che, purtroppo, si fanno strada in diversi Paesi europei.
Uno dei temi principali dell’azione della rete è la promozione di processi partecipativi sia all’interno dei settori della cultura, sia dei cittadini che sono coinvolti nei processi culturali. Così com’è evidente il nesso tra aumento del divario tra i redditi delle persone e la polarizzazione dei consumi culturali. Per questo, oltre a rafforzare i programmi di Europa Creativa e individuare strumenti per migliorare la condizione degli artisti e degli operatori del settore, CAE ha preso posizione nei confronti del cosiddetto white paper per il futuro dell’Europa adottato dalla Commissione Europea, presentando un sesto scenario molto interessante dopo un percorso partecipativo di discussione sui 5 scenari proposti da Bruxelles. Tra i tanti appuntamenti di approfondimento e di confronto che si svolgeranno dal 15 al 17 novembre c’è Orizzonte Mediterraneo, una due giorni di confronto tra i progetti delle Capitali Europee della Cultura. Valletta 2018, Matera 2019, Rijeka 2020 e Timisoara 2021, sono alcune delle città che presenteranno i loro programmi e la loro idea di futuro.