Apprendere della chiusura di una realtà come Redattore Sociale è un colpo durissimo per il panorama dell’informazione indipendente e per chi si impegna a raccontare ciò che troppo spesso rimane nell’ombra. Esprimiamo la nostra più profonda solidarietà alle giornaliste e ai giornalisti che, con passione e professionalità, hanno dato voce alle fragilità, illuminando storie e persone che rischiavano di essere dimenticate.
L’informazione libera non è un lusso, ma un pilastro della democrazia e uno strumento fondamentale per il Terzo Settore, per narrare percorsi di lotta, resilienza e speranza. Redattore Sociale è stato un faro in questo senso, e la sua chiusura spezza un legame prezioso con chi lavora per costruire una realtà in cui nessuno venga lasciato indietro e in cui il diritto all’informazione sia realmente garantito.
Chiediamo agli editori un’assunzione di responsabilità chiara e concreta, rispettando fino in fondo i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e chiudendo questa esperienza in modo onorevole, all’altezza della dignità che hanno incarnato. Come ARCI, continueremo a difendere spazi e strumenti che garantiscano un’informazione attenta e capace di incidere nella vita delle persone.