ROMA 27 MARZO 2023 – “Oggi si è aperta con il “click day”, previsto dal nuovo Decreto flussi, la possibilità di far entrare legalmente persone da altri Paesi in Italia per lavoro. Tra le richieste arrivate e i posti disponibili la distanza, come è già successo in passato e come ci aspettavamo, è enorme”. Queste le dichiarazioni di Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione dell’Arci.
“Gli 82 mila posti previsti – ha aggiunto Miraglia – non sono nemmeno lontanamente sufficienti. In Italia servono persone per il mondo del lavoro e se non c’è una risposta adeguata e giusta, continuerà ad allargarsi l’area del lavoro nero, dello sfruttamento e dell’evasione fiscale e contributiva. Non è una procedura nuova, esiste dal 1998. Ma nel 2002 con la Bossi Fini è stata cancellata la possibilità, usata poco a dire il vero negli anni precedenti al 2002, di far entrare persone per ricerca di lavoro, con uno sponsor. Quindi le persone devono avere già un contratto prima di arrivare in Italia”.
“Sono 20 anni – ha proseguito Miraglia – che assistiamo alla farsa dei datori di lavoro che chiamano persone che sono già presenti e lavorano in nero, perché nessuno assume persone che non conosce, che non ha mai incontrato. Questi lavoratori e lavoratrici, a parte gli stagionali, sono già in Italia e sono obbligati a tornare a casa per fare finta di entrare per la prima volta su richiesta del loro datore di lavoro. In realtà tutti sanno che questo datore li conosce perché sono stati per un periodo a lavorare in nero e il datore, non avendo altra possibilità, appena può li regolarizza. Insomma una farsa all’italiana che dura da più di 20 anni e che tutti fanno finta di non conoscere”.
“Se si vuole ridurre l”irregolarità ed evitare che le persone si rivolgano ai trafficanti e rischino la vita per attraversare le frontiere – ha sottolineato Miraglia – è necessario modificare questo meccanismo impraticabile e consentire alle persone di arrivare in Italia con un visto per ricerca lavoro”.
“Se l’immigrazione – ha concluso Miraglia – non fosse più usata come una clava per la propaganda razzista e la si regolamentasse con leggi giuste e efficaci, potrebbe rappresentare un grande elemento di sviluppo per il nostro Paese. Ma l’uso dell’immigrazione come arma di distrazione di massa, soprattutto ai fini elettorali, da anni impedisce di percorrere soluzioni giuste e produce ingiustizie, razzismo e purtroppo anche morti”.