Non ti disunire, firma contro l’autonomia differenziata!
Con l’attuale legge sull’Autonomia Differenziata l’Italia non sarà più una e indivisibile, sarà solo un’Italia più ingiusta che aumenta le distanze e lascia da solo chi è più vulnerabile. Un paese frammentato produce povertà e diseguaglianze e toglie spazio alla libertà e alla partecipazione. L’obiettivo è chiaro: disunire per indebolire il tessuto democratico del nostro paese. Noi invece crediamo che la libertà si conquista con gli altri non contro gli altri. Per cambiare l’Italia abbiamo bisogno di un Paese unito che vada in una stessa direzione, verso un’Italia più giusta e libera.
Abroghiamo la legge contro l’autonomia differenziata perché:
Si spacca il paese in 20 piccole patrie, si frammentano le politiche nazionali e si favorisce la nascita di tanti sistemi di potere regionale. A farne le spese saranno le cittadine e i cittadini che avranno sempre meno voce e potere decisionale.
Aumentano le disuguaglianze non solo tra Nord e Sud ma anche tra aree urbane e interne e dentro le stesse Regioni. La possibilità di accedere ai servizi dipenderà dalla regione in cui si è nati e cresciuti segnando la fine del principio di unità e pari opportunità garantito dalla nostra Costituzione.
Impoverisce il lavoro e minaccia il ritorno alle gabbie salariali. Difendiamo il principio che per lo stesso lavoro vada garantito lo stesso salario. Difendiamo la contrattazione nazionale del lavoro nel Paese che vanta i salari tra i più bassi d’Europa.
Compromette la sanità pubblica Si legittima la “frattura strutturale” Nord-Sud: il meridione sarà sempre più dipendente dalla sanità del Nord, minando l’uguaglianza dei cittadini nell’esercizio del diritto costituzionale alla tutela della salute. La salute diventa una merce, a guadagnarci sarà solo la sanità privata.
Disgrega il sistema nazionale dell’istruzione con la previsione di programmi e sistemi diversi di reclutamento degli insegnanti. Così la scuola perde la sua funzione principale che è quella di generare uguaglianza e si aprono le porte a processi di aziendalizzazione e privatizzazione.
Mette a rischio le politiche ambientali Le Regioni avrebbero competenze estese e potrebbero usare le politiche sull’ambiente come strumento per attrarre imprese, creando un puzzle di regole diverse e contrastanti. La crisi ambientale ha un impatto globale e non può essere affrontata con politiche frammentate.
Riduce i beni culturali e il turismo ad uno spezzatino Immaginate un paese con 20 idee di patrimonio e paesaggio, di turismo differenti tra loro. Il rischio è l’uso e l’abuso di luoghi della cultura per i motivi più disparati, senza più un controllo e una strategia d’insieme.
Smonta una strategia energetica nazionale Veneto e Lombardia chiedono già una totale regionalizzazione di tutto il comparto dell’energia, incluse le norme su rinnovabili, carbone, gasdotti, ecc. Nell’anno più caldo di sempre, eliminerebbe una politica nazionale per l’intero territorio.
Danneggia le imprese che saranno ostacolate non soltanto dall’assenza di politiche ma anche da un insieme di norme diverse che impediranno una reale concorrenza su un mercato sempre più sovranazionale.
L’ITALIA DEVE ESSERE UNITA, LIBERA E GIUSTA