L’adesione dell’ARCI alla manifestazione nazionale del 25 novembre
La Presidenza nazionale dell’Arci aderisce alla manifestazione nazionale del 25 novembre indetta da Nonunadimeno a Roma (partenza piazza della Repubblica, ore 14.00) in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne.
La manifestazione di quest’anno mette al centro la risposta delle donne agli stupri e ai femminicidi quotidiani, alla violenza sessista nei posti di lavoro, alle molestie, alle discriminazioni e agli abusi di potere, allo sfruttamento e alla precarietà delle vite, ai ruoli di vittime o colpevoli che i giornali cuciono sui corpi delle donne e che i social media amplificano fino al razzismo istituzionale. Saremo a quella manifestazione, organizzeremo una presenza a Roma dai territori e, nei giorni precedenti e successivi, nei territori i circoli e i comitati Arci promuoveranno presidi, incontri e dibattiti su questo tema.
Nei prossimi giorni lanceremo la campagna social Contro la violenza alle donne nessuna incertezza, anche alla luce dei tanti ‘distinguo’ che in questi mesi abbiamo sentito a proposito delle denunce lanciate da tante donne, dal mondo dello spettacolo a quello dello sport, dalla politica, dalle mura domestiche rispetto alle quali troppi alibi vengono addotti a giustificare una violenza che giustificabile non è. Non vogliamo più che si descriva un fatto di violenza con un ‘ma’: serve che l’opinione pubblica faccia fronte comune senza se e senza ma contro ogni violenza maschile alle donne. Per questo la manifestazione, insieme alle tante che svolgeremo nei territori, sarà anche quella delle donne che si sono riconosciute nel #MeToo – Anche io ho subito violenza per trasformarlo in #WeToogether – Noi Insieme e Unite possiamo vincerla.
Per sconfiggere la violenza sulle donne serve un cambiamento culturale radicale, ma manca anche un piano programmatico efficace, condiviso sul territorio e non a macchia di leopardo, che vada dalla formazione nelle scuole sulle tematiche di genere, al finanziamento dei centri antiviolenza, molti dei quali sono invece costretti a chiudere per la mancanza di risorse. Sono quasi 7 milioni le donne italiane che nel corso della loro vita hanno subito una qualche forma di violenza, fisica o sessuale. Uccise da mariti, fidanzati, spasimanti… ma anche vittime di uomini violenti, spesso per futili motivi. Sono numeri che ci dicono che si tratta di un fenomeno strutturale, troppo spesso condannato solo a parole ma tollerato nei fatti.
A ciascuna delle donne uccise – una ogni tre giorni secondo i dati Istat – vogliamo dedicare il nostro ricordo, perché non vengano dimenticate. E alle tante donne violentate, maltrattate, vittime di stalking vogliamo far giungere la nostra solidarietà, anche scendendo in piazza.
Lo faremo insieme a tante altre donne, in tutto il mondo, il 25 novembre e non solo. Ogni giorno continueremo a dire il nostro basta alla violenza e a una cultura che ci colpevolizza per farci percepire come complici, per negare la nostra libertà e il nostro diritto all’autodeterminazione.
Perché la violenza maschile non ferisca e non uccida più.