A seconda del punto dell’Europa da cui si legge la notizia, l’interpretazione cambia: l’ex premier democratico Paolo Gentiloni è il nuovo commissario agli Affari economici della Ue. Il primo italiano a ricoprire questo ruolo. I ‘rigoristi’ del Nord non si danno pace: a vigilare sul rispetto del Patto di Stabilità sarà un uomo che viene dal secondo Paese più indebitato. Si è pronunciato per loro l’ex cancelliere austriaco Sebastian Kurz, prossimo a rifare il pieno di voti a fine mese: «Non pagheremo per voi», ha tuonato. Per l’Italia, invece, la nomina di Gentiloni è una vittoria, anche se l’ex premier dovrà mediare con il popolare Dombrovskis, ‘falco fiscale’, vicepresidente con portafoglio e deleghe ai mercati finanziari.
È proprio per questo che la Commissione guidata da Ursula von der Leyen è definita ‘geopolitica’: 13 donne lei compresa, 14 uomini, che rispettano equilibrio geografico e soprattutto politico tra socialisti, popolari e liberali. L’ex ministra tedesca è riuscita a ricomporre l’Unione e i suoi interessi, minacciati da populiste forze disgreganti, rappresentanti di un nazionalismo eurofobico e fintamente sovranista, schiacciato in un gioco al massacro tra Russia e Stati Uniti.