A Madrid è in corso la 25esima conferenza della COP25 sui cambiamenti climatici, dopo la rinuncia da parte del Cile a ospitare la conferenza sul clima programmata a Santiago, visti i disordini in corso nel paese. Vede impegnati 197 membri europei sino al 13 Dicembre, chiamati a dare seguito con impegni concreti all’obiettivo contro il riscaldamento globale. Negli anni questa conferenza non ha registrato grandi successi. Purtroppo molti degli impegni sono rimasti scritti nel libro delle buone intenzioni. Questa volta però c’è un elemento nuovo, una pressione popolare sul tema ambientale che non ha paragoni con il passato.
Prova lo è la partecipazione della giovane svedese Greta Thunberg.
Siamo in pieno cambiamento climatico. Il mondo è già più caldo di 1,1°C rispetto agli albori della rivoluzione industriale, con un impatto significativo sul pianeta e sulle vite delle persone. Se le attuali tendenze dovessero continuare, le temperature globali potrebbero aumentare dai 3,4 ai 3,9°C già in questo secolo, causando effetti climatici distruttivi su larga scala.
Questo è il contesto, si può continuare a ignorarlo?
Tra gli obiettivi a Madrid c’è la revisione degli impegni dei paesi firmatari dell’Accordo di Parigi per la riduzione dei gas serra, presi nella capitale francese nel 2015, ma divenuti insufficienti per diminuire il riscaldamento globale.
Quello in corso è ritenuto un appuntamento un po’ di passaggio, perché deve chiudere la partita delle definizioni delle regole per l’attuazione dell’Accordo di Parigi; anche dopo la riunione di Katowice erano rimasti in sospeso dei punti specifici relativi in particolare ai meccanismi di cooperazione tra i Paesi. Ricordiamo che con il 2020 si apre invece la fase attuativa dell’accordo di Parigi; finora la comunità internazionale ha solo definito le regole. Però nello stesso tempo questa Cop si occupa anche di altro, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti finanziari. Infatti i Paesi cominceranno a discutere la revisione degli impegni finanziari di cooperazione per il periodo 2020-2025. Quindi diciamo, da una parte si predispongono le ultime regole per l‘attuazione da parte dei Paesi dell’Accordo di Parigi, dall’altra si definisce un po’ il futuro, soprattutto per quanto riguarda la cooperazione tra i Paesi e il supporto ai Paesi in via di sviluppo.
Il rischio – ancora una volta – che il livello sia interlocutorio, senza soddisfare la grande richiesta pubblica verso impegni concreti. Anche Papa Francesco ha scritto a Carolina Schmidt, ministro dell’Ambiente del Cile e presidente di Cop25, esortando: «azioni deboli sul clima, serve volontà politica per agire contro i cambiamenti climatici».