A causa del Coronavirus stiamo assistendo alla cancellazione in tutto il Nord e Centro Italia di numerosi eventi culturali e di spettacolo: Assomusica ha valutato finora solo nello spettacolo dal vivo almeno 10,5 milioni di minori entrate in 2 giorni.
Purtroppo a causa dell’ansia generata dall’incertezza vengono annullati eventi e manifestazioni non solo nelle zone critiche e nel breve periodo ma in tutta Italia e per periodi indeterminati.
Questa crisi di lavoro – che il D.C.M. del 25.2.2020 sembra voler risolvere con smart working e periodi di ferie – ha fatto emergere la scandalosa totale mancanza di riconoscimento e di rispetto per il lavoro di centinaia di migliaia di professionisti dello spettacolo, con discriminazioni previdenziali e reddituali indegne.
I lavoratori dello spettacolo chiedono finalmente uno status giuridico specifico, che preveda in primo luogo il riconoscimento delle tutele previdenziali per scongiurare l’abbandono della professione in caso di malattia o difficoltà di settore. Si consideri che nonostante il lavoro nello spettacolo sia soggetto fin dal primo giorno di lavoro al pagamento di versamento di contributi INPS per la Malattia, per il FIS (Fondo d’Integrazione Salariale in caso di crisi), per la disoccupazione (Naspi), e che l’INPS disponga di un cospicuo e milionario fondo ex-Enpals, per i lavoratori che non sono assunti da fondazioni, cooperative o teatri importanti è quasi impossibile ottenere adeguate prestazioni. Per questo, insieme a tante altre realtà del settore, è stata scritta una lettera appello al Ministero della Cultura e Turismo e al Ministero dello Sviluppo Economico con richieste concrete a sostegno di un comparto che non è solo divertimento ma è soprattutto il lavoro di tantissime persone.