L’obiettivo del Festival Sabir, a Lecce dal 16 al 19 maggio
Conoscersi e comunicare. Sabir, il lessico spiccio che nasce dal contatto tra comunità linguistiche differenti, ora è anche sinonimo di incontri. Dal 16 al 19 maggio, Lecce ospita Sabir, Festival diffuso delle Culture mediterranee. Con gli occhi puntati sull’Europa e sul ruolo che ha nel bacino mediterraneo, questa edizione porta in scena nelle piazze barocche e nei celebri salotti di pietra salentina le mille facce del mare: cultura, economia e politica per una quattro giorni ad alta intensità. Migrazioni e diritti, informazione e confini, modelli di accoglienza e appunti di viaggio, per ribadire attraverso una serie di sei lezioni, novità e fulcro di questa edizione, ma anche incontri, concerti e film, che non c’è democrazia senza apertura agli altri.
«Sabir è una grande occasione per la Puglia – ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – è la prima volta che ospitiamo questa manifestazione che ha finalità formative e di coinvolgimento popolare nelle problematiche legate al movimento delle persone sulla Terra. Una circostanza che fa parte della storia dell’umanità, non può essere fermata, può solo essere migliore o peggiore. La Regione Puglia – continua – sostiene questo sforzo e ha proposto oggi di rendere istituzionale una collaborazione tra le varie regioni, soprattutto del Sud che sono quelle più interessate a questi fenomeni».
«Il Festival Sabir vuole costruire ponti e contribuire all’abbattimento dei muri»: è questa l’ambizione illustrata dalla curatrice del Festival, Sara Prestianni.
Anche per questa edizione ci saranno relatori internazionali, quali l’algerino Tahar Lamri, scrittore e giornalista, Taqadum Al-Khatib di Egyptian Human rights Forum e Wadih Al Asmar, presidente Euromed Rights Network, rappresentanti della società civile italiana e internazionale e anche teatro, letteratura e musica sono i punti cardinali anche di questa quinta edizione di Sabir, che dopo Lampedusa, Pozzallo, Siracusa e Palermo ripropone la fortunata formula di incontri, laboratori, concerti e performance per trovare il bandolo comune della lingua mediterranea. «Saranno giorni intensi – prosegue Filippo Miraglia – in cui vogliamo occuparci di un mare che un tempo significava rapporti e unione di popoli ora purtroppo troppe volte è associato alla morte di persone in cerca di futuro».
L’appuntamento è dal 16 al 19 maggio a Lecce.