La Procura di Milano ha reso pubblica in un comunicato stampa una ispezione presso il CPR di via Corelli a Milano per verificare diverse ipotesi di reato connesse alla gestione del centro. Al di là della vicenda giudiziaria, sulla quale aspettiamo i risultati del lavoro della magistratura, il CPR di Milano non è purtroppo una eccezione.
La detenzione amministrativa, sulla quale si è concentrata più volte la scure razzista dei governi che puntano sulla costruzione del nemico e sul mantra securitario per vincere le elezioni, è un buco nero della nostra democrazia, come più volte sentenziato dalle principali istituzioni europee e dalle agenzie delle Nazioni Unite.
Una misura in aperta contraddizione con l’art.13 della nostra Costituzione, che priva della libertà persone che non hanno commesso alcun reato, in condizioni quasi sempre degradanti e disumane, come certificato proprio a Milano anche dall’ispezione in via Corelli. Luoghi che, oltre a ingiustizia e discriminazione, producono naturalmente corruzione e violenza.
Sono passati pochi mesi da quando il Garante per la libertà delle persone detenute ha denunciato l’uso anomalo di psicofarmaci nei CPR.
Nonostante i dati facciano emergere la funzione di propaganda dei CPR, con nessuna utilità nella esecuzione dei rimpatri, il governo Meloni si ostina a portare avanti un progetto di ampliamento dei posti che servirà certamente ad aumentare la sofferenza delle persone e fors’anche la corruzione, ma non certo a rendere l’Italia più sicura e più giusta.
Chiediamo ancora una volta che i CPR siano chiusi tutti e che il Parlamento apra una indagine indipendente sull’uso strumentale della detenzione amministrativa nei CPR e non solo.