In queste settimane, mentre in itinere nel dibattito parlamentare è in discussione la legge sulla omo-bi-transfobia, si è aperto un dibattito sulle battaglie delle donne, sul sesso biologico, l’identità di genere, cioè sul modo in cui una persona percepisce se stessa indipendentemente dal sesso di nascita. Le due cose infatti non sempre coincidono e non è così raro che una persona con un corpo maschile si percepisca come donna, o viceversa – e anche questa è una semplificazione estrema e non inclusiva di tutte le possibili percezioni di sé. Il non allineamento delle due componenti è spesso causa di sofferenza e malessere psicofisico e per questo riteniamo fondamentale salvaguardare la possibilità di autodeterminazione della persona e il raggiungimento della felicità.
Riteniamo che il tema occupi una parte importante nella difesa dei diritti civili e in particolare che sia in gioco la piena possibilità di tutt* di essere, di potersi esprimere ed essere riconosciut* all’interno di un sistema di regole comuni e di diritti che devono essere condivisi dalla società tutta.
ARCI è una associazione che richiama nel proprio statuto la libertà di espressione, non ha preclusioni nell’accettazione dei soci e dichiara di lavorare sull’inclusività e sull’affermazione dei diritti e del benessere delle persone (Statuto ARCI Art.2 lettere a, e, q, gg e Art.6), è da sempre contro i discorsi d’odio e promuove l’inclusione sociale, non può quindi accettare che si insinui l’idea che per difendere il genere femminile restino escluse una parte di cittadine e persone che stanno ancora lottando per un riconoscimento sociale e giuridico.
In generale, non si può accettare che il discorso venga incentrato esclusivamente sul sesso biologico a discapito di tutte le altre componenti dell’identità sessuale. L’identificazione assoluta fra sesso biologico e identità di genere appartiene a movimenti che si pongono agli antipodi rispetto ai principi statutari di ARCI.
Crediamo in una società in cui le identità di genere siano promosse, insieme al superamento degli stereotipi sessisti, attraverso la diffusione dell’educazione affettiva e sessuale mediante percorsi formali e non-formali di apprendimento.
Siamo altresì convinti che l’affermazione del diritto per qualcun* non sia lesivo del diritto di ciascun*. Abbiamo in mente una società in cui la piena affermazione dei diritti di tutt* debba essere inteso in modo ampio e che includa tutt* cittadin*. É necessario che ciò sia tradotto in un ordinamento legislativo che renda questa affermazione praticabile sia dal punto di vista delle tutele sia dal punto di vista delle risorse necessarie per attuare le nuove norme che si andranno ad approntare.