Il decreto “Caivano” non è soltanto inutile ma - come tuttɜ lɜ espertɜ del lavoro con adolescenti a rischio stanno sottolineando a gran voce - è un decreto dannoso.
L’aspetto violento e fintamente interventista servirà soltanto ad aumentare l’esclusione sociale e il numero di giovani detenutɜ nei nostri già disastrati e affollati istituti di pena, dove l’assenza di risorse e di spazi impedisce di fatto qualsiasi forma di supporto rieducativo.
Senza un intervento di sistema a sostegno della funzione rieducativa del carcere, l’aumento delle persone detenute è soltanto un aiuto alla criminalità organizzata per reclutare nuova manovalanza, dentro e fuori dagli istituti di pena.
La risposta del governo di destra ai gravi fatti di Caivano ha dell’incredibile. Il governo da una parte non trova i fondi per migliorare la scuola, per sostenere i redditi delle famiglie meno abbienti, per contrastare la dispersione scolastica. Dall’altra criminalizza famiglie e minori pensando – contro ogni logica e dimostrazione – che questa possa davvero una risposta efficace contro la dispersione scolastica e l’aumento della criminalità minorile.
Anche l’allontanamento da scuola dellɜ adolescenti, e la conseguente reclusione, per l’uso e possesso di hashish o marijuana è una misura che va contro ogni logica: come sappiamo bene, è proprio la scuola ad essere argine all’esclusione sociale, certo non le celle delle prigioni.