Dl Cultura, audizione di Arci alla Camera: non esiste un piano, interventi insufficienti per per riattivare aree interne e marginali

ROMA, 17 GENNAIO 2025 – Il 16 gennaio Arci ha partecipato alla sessione di audizioni informali presso la Commissione Cultura della Camera dei Deputati in relazione Dl Cultura.

Il Dl, intitolato in maniera ambiziosa alla memoria di Adriano Olivetti, si prefissa obiettivi importanti in linea generale, come quello di promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate. Nell’articolato però non si evincono misure che possano effettivamente contribuire a rilanciare il ruolo della cultura nei territori marginali.

Aldilà degli interventi finanziari sulle biblioteche e per l’apertura di nuove librerie da parte di under 35, non ci sono novità di carattere strategico e gli ambiti di riferimento di questo Dl appaiono disorganici e scollegati.

Come rete associativa che opera proprio a partire dai margini, nelle periferie e nelle aree interne, crediamo che ci sia bisogno di pensare ad interventi organici per riattivare o consolidare gli ecosistemi culturali territoriali.

Urgono misure strategiche dedicate a contrastare lo spopolamento e l’isolamento di queste aree, ad esempio proponiamo che la misura della libreria venga destinata in parte alle aree interne SNAI.

Oltre ai servizi essenziali per la cura della persona, per l’istruzione e il lavoro, è impensabile provare a fermare lo spopolamento senza individuare politiche che consentano a questi territori di accedere a proposte musicali, teatrali e artistiche in genere, che risultano essere attrattori primari per le persone giovani che scelgono di vivere nelle aree interne e svantaggiate.

Solo la rete Arci conta 4000 circoli nel territorio italiano, di cui oltre 200 operano continuativamente nelle aree interne SNAI come presidi sociali e culturali, talvolta gli unici punti di riferimento in un clima di siccità culturale costante. Per questo sarebbe importante agevolare la collaborazione pubblico privato, favorendo i meccanismi di coprogettazione (che in ambito culturale ci risulta essere ferma a pochissime buone pratiche) e pensare all’estensione dell’artbonus ai soggetti del Terzo Settore ingaggiati in processi di amministrazione condivisa.

Gli interventi sulla semplificazione per il cinema e lo spettacolo dal vivo è una importante novità nei termini dello snellimento delle procedure a carico degli organizzatori, ma da sola non riesce a soddisfare gli obiettivi prefissati da questo Dl.

Servono risorse e strumenti per rafforzare gli spazi e le realtà che contribuiscono in maniera determinante a sostenere la scena dello spettacolo dal vivo in Italia.

La rete Arci produce circa 23.000 iniziative di spettacolo dal vivo ogni anno, arrivando anche dove mancano le istituzioni culturali: auspichiamo che i piani operativi del Piano Olivetti possano contemplare il ruolo strategico di coesione sociale e di promozione culturale diffusa del Terzo Settore.

Infine, in merito all’accesso alla cultura dei giovani, il Dl Cultura menziona lo strumento della Carta del Merito, misura a beneficio esclusivo dei neodiplomati meritevoli. Una misura che a nostro avviso accelera le disuguaglianze invece di colmare i divari sociali e affrontare i problemi strutturali di povertà educativa che il nostro paese vive, essendo il quinto paese dell’Unione europea per abbandoni scolastici.