“La strage di Cutro meritava un intervento legislativo volto a fermare la strage e a consentire alle persone di attraversare le frontiere legalmente e in sicurezza. Il DL 20/2023 non persegue nessuno di questi obiettivi che avrebbero giustificato un intervento urgente”. Queste le dichiarazioni di Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione dell’Arci e coordinatore del Tavolo Asilo e Immigrazione, nel corso dell’audizione di questa mattina in Commissione Affari costituzionali del Senato sul DL Migranti.
“Per combattere i trafficanti – ha proseguito Miraglia – bisogna introdurre canali d’accesso legali e il DL non lo fa, ma si limita ad un intervento inutile sui decreti flusso, perché ribadisce cose già presenti nel TU sull’immigrazione. L’unico intervento urgente per impedire le stragi è organizzare subito un programma di ricerca e salvataggio, chiedendo su questo innanzitutto aiuto all’Europa, cosa che il governo non ha fatto”.
“Ci sono delle urgenze – ha aggiunto Miraglia – che il DL non affronta. Urgente è far funzionare il sistema d’accoglienza e gli uffici immigrazione delle Questure che registrano ritardi e inadempienze intollerabili. Programmare gli interventi e finanziarli adeguatamente, senza inseguire obiettivi propagandistici che negli ultimi 20 anni tutti hanno enunciato senza raggiungerli”.
“Sulla protezione speciale – ha sottolineato ancora Miraglia – la modifica ha generato confusione e interpretazioni del tutto arbitrarie. Già oggi molte Questure hanno bloccato la possibilità di presentare la domanda di protezione speciale e questo produce ulteriore caos, confusione e arbitrio. La modifica produrrà tanti contenziosi e soprattutto migliaia di irregolari in più. Irregolari che hanno in gran parte un lavoro ed è inspiegabile che si modifichi la legge per aumentare l’irregolarità, il lavoro nero e la conseguente evasione fiscale e contributiva”.
“Dov’è – chiede Miraglia – l’interesse del Paese nel produrre irregolarità, lavoro nero e evasione fiscale e contributiva? Come è evidente dalla strage di Cutro, non c’è nessun fattore di attrazione determinato dalla presenza delle navi che operano SAR. Gli arrivi dalla Turchia sono aumentati nel 2022/2023 eppure non c’è nessuna ONG e nessuna nave che opera salvataggi su quella rotta”.
“Le persone che fuggono – ha continuato Miraglia – non hanno alternativa: in Turchia la condizione dei rifugiati è notoriamente tragica e non potendo tornare indietro non hanno altre prospettive, se non vogliono far crescere i loro figli in condizioni indegne, che tentare il viaggio verso l’UE. Inoltre negli ultimi anni sono aumentati i rimpatri verso Siria e Afghanistan, più di 100 mila nell’ultimo anno, e quindi le persone hanno giustamente paura di essere ricacciate in zone di guerra e di persecuzione. Questo è il motivo per cui partono e non possono rimanere, rischiando la vita. E non sono loro che decidono quando partire. Lo decidono i trafficanti che spesso godono di coperture istituzionali”.
“Infine sulla norma che aumenta le pene per gli scafisti – ha concluso Miraglia – siamo di fronte in realtà ad un capro espiatorio. Le pene erano già alte ed erano già state oggetto di inasprimento senza alcun risultato. Nulla si fa invece contro i trafficanti, coloro che lucrano sui viaggi, anzi, come nel caso della Libia, si tratta spesso degli stessi gruppi che ricevono sostegno dai governi”.