Sono 417 i centri culturali e circoli al centro della seconda edizione dell’autoinchiesta Essere Moltitudine, curata per Arci nazionale da cheFare, agenzia di trasformazione culturale.
Essere Moltitudine è un sito navigabile con gli highlights dell’indagine e un rapporto che mette insieme la dimensione quantitativa con quella qualitativa, con l’obiettivo di definire ruolo e generatività dei centri culturali per i territori in cui sono presenti e radicati.
Ne esce una fotografia davvero impressionante, che si articola attraverso alcuni numeri esemplificativi. Mettendo insieme tutti gli spazi che hanno risposto all’indagine si ottiene una metratura equivalente a 88 campi da calcio, più della metà hanno una zona palco e programmano attività musicali.
Solo il 20% degli spazi Arci è di proprietà della pubblica amministrazione, i volontari coinvolti nelle attività delle associazioni sono circa 5.200 e per ogni euro incassato circa la metà viene investito per interventi di riqualificazione e miglioramento degli spazi stessi.
Sono solo alcuni dei numeri che il rapporto di cheFare evidenzia, portando alla luce il radicamento capillare dell’Arci e, in generale, la necessità di riconoscere un ruolo di prossimità, cura e animazione sociale e culturale che si muove quotidianamente, anche in assenza di sostegni pubblici.
Una parola chiave dell’autoinchiesta è stata proprio quella dei margini, intorno alla quale si sono tenuti tre focus group (a Roma, Firenze e con i circoli delle aree interne del Centro-Sud) affrontando temi cruciali come quelli della notte, della cultura popolare e del ruolo dei centri culturali in aree marginali.
Essere Moltitudine pone al centro la capacità dei centri culturali di rispondere ai bisogni territoriali e sociali attraverso l’attivazione di strumenti e spazi, che concorrono in maniera determinante a rendere plurale e diversificata l’offerta culturale.
Emergono nuovi bisogni, soprattutto nella popolazione giovanile, che difficilmente sono soddisfatti e intercettati dalle politiche nazionali o locali. Circoli e centri culturali molto spesso sono gli unici spazi in grado di rispondere fattivamente a questi bisogni, diventando luoghi fertili dove costruire socialità, attivismo, aggregazione.
Il rapporto, presentato in anteprima il 21 giugno a Roma in occasione della Giornata della Musica, sarà al centro di una serie di incontri promossi da Arci in tutta Italia. Il primo appuntamento è previsto a Bologna, il 27 giugno alle ore 18.00, nell’ambito della Festa dei circoli “Arci Siamo tempesta” al Parco della Montagnola.
Essere Moltitudine è un progetto promosso da Arci nazionale, in collaborazione con cheFare, con il design di FF3300.com
Scarica il rapporto su https://www.moltitudine.it/