Il voto di domenica è un'occasione per ricostruire il sogno europeo
Le elezioni europee del 26 maggio saranno molto diverse da tutte le precedenti. Nelle precedenti le forze politiche si dichiaravano a favore dell’integrazione europea, declinate in modo diverso, ma comunque europeiste.
Il voto di domenica non sarà così. Per la prima volta gli elettori dovranno scegliere tra chi pensa che lo spazio e il luogo della nostra vita è l’Europa e chi invece vuole demolire la casa europea per chiudersi dentro i muri nazionali.
Un voto che cade in un momento delicato per l’Unione Europea, tra la Brexit, le spinte centrifughe dei Paesi di Visegrad, crisi mediterranee, offensiva dei movimenti antieuropei.
I sovranisti offrono agli elettori una rappresentazione falsa dell’Unione, attribuendole spesso responsabilità che sono solo degli Stati membri. Dipingerla come un danno, un vincolo opprimente, un’istituzione ostile ha alimentato in molti sentimenti di indifferenza o peggio di contrarietà.
Sappiamo che negli anni della crisi economica, e degli effetti devastanti sulle persone, l’Unione europea si è concentrata troppo sui parametri di stabilità e troppo poco sulla tutela del lavoro, dei diritti sociali e della libertà di circolazione delle idee e degli esseri umani e sul rilancio degli investimenti. E sappiamo che occorre rifondare e riformare l’Unione per far progredire l’integrazione, per superare difficoltà e inadeguatezze.
Ma per farlo innanzitutto è necessario partecipare al voto, fermare quell’onda razzista e oscurantista che in tanta parte del nostro continente sta avanzando. Possiamo, dobbiamo ricostruire il sogno europeo, a partire dalla riaffermazione del protagonismo delle donne e degli uomini dell’Europa democratica, giusta e solidale. Dobbiamo sostenere le forze progressiste ed europeiste, perché solo così potremmo uscire dal ricatto di quei Paesi che credono che alzare muri renda più forti e non solo più piccoli.
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