Il 20 luglio del 2001 Carlo Giuliani veniva ucciso dalle forze di polizia a Genova, durante le proteste contro il G8. Un omicidio che si consumò in un clima di violenza e paura, per una gestione dell’ordine pubblico che portò, secondo Amnesty, alla più grave sospensione dei diritti umani mai verificatasi in un paese europeo dal dopoguerra. In un’intervista il capo della Polizia Franco Gabrielli ha dichiarato che a Genova fu tutto sbagliato, che a Bolzaneto fu tortura, che al posto di Gianni De Gennaro si sarebbe dimesso, che Genova non si ripeterà mai più. Belle parole. Ma dove è la coerenza? Molti dei responsabili di quelle violenze sono stati reintegrati e promossi. Un insulto alla giustizia, alla democrazia, alla memoria di Carlo Giuliani e alla sua famiglia, ai tanti che negli anni successivi sono morti per le violenze subite da parte di agenti, come Cucchi, Aldrovandi, Uva. No, giustizia non è stata fatta e quella ferita resta ancora aperta.