Giornata internazionale per l’aborto libero e sicuro: la libertà delle donne è civiltà

ROMA, 27 SETTEMBRE 2024 – “Domani, 28 settembre, si celebra la Giornata internazionale per l’aborto libero e sicuro. Come Arci vogliamo ribadire, ancora una volta, che metteremo in campo ogni strumento e capacità di mobilitazione per respingere i tentativi di svuotamento de facto della legge 194 (22 maggio 1978) e ogni ulteriore attacco all’autonomia e alla libertà delle donne”. Così Celeste Grossi, delegata nazionale Arci Politiche di genere.

“Ancora nel 2024 – prosegue Celeste Grossi – è necessario accendere i riflettori sulla violenza psicologica che viene agita sulle 63 mila donne che ogni anno in Italia vogliono interrompere la  gravidanza. Dietro la ‘maschera’ ipocrita della protezione della vita innocente c’è lo sguardo feroce di chi vuole le donne schiave della sessualità imposta dal patriarcato”.

La presenza nei consultori delle associazioni antiabortiste è una vera violenza nei confronti delle donne che liberamente accedono a strutture pubbliche per far valere i proprio diritti. Non c’è nessuna difesa della vita nell’imposizione, nella coercizione e nel ricatto morale. È solo pura violenza che continuiamo a rifiutare con determinazione.

“Nel documento finale del G7 a guida italiana (giugno 2024) – ricorda ancora Celeste Grossi – sono stati negati diritti vitali delle donne, come fanno i comitati antiabortisti. Una vera indecenza! Pur avendo l’Italia uno dei tassi di abortività volontaria più bassi al mondo – 5,3 Interruzioni Volontarie di Gravidanza ogni 1.000 donne in età fertile stando ai dati 2023 dell’Istituto Superiore di Sanità – i governi nazionali e regionali stanno mettendo in campo ulteriori politiche di deterrenza, con una forte ripercussione sulla salute mentale delle donne che scelgono di abortire”.

Posizioni fondamentaliste e disinformanti condizionano il dibattito pubblico su questioni delicate e complesse, etiche ma anche concrete, perché hanno a che fare con la vita di persone in carne e ossa, la vita vera, talvolta dura, difficile, talvolta meno, sempre attraversata dal coraggio e dalla profonda consapevolezza della scelta.

Le decisioni che riguardano il corpo e la vita delle persone dovrebbero rimanere personali, protette da interferenze esterne e soprattutto da strumentalizzazioni politiche per raccogliere voti e consensi.

La legge 194 sull’Interruzione volontaria di gravidanza è una legge essenziale per la salute e l’autodeterminazione delle donne, istituita per garantire non solo l’accesso all’aborto in modo sicuro e legale, ma anche per offrire un supporto informato e attento alle donne in un momento delicato della loro vita.

È l’unica legge dello stato per la quale è ammessa l’obiezione di coscienza. In Italia obietta il 63,4% delle ginecologhe e dei ginecologi, 40,5% delle e degli anestesisti, il 32,8% del personale non medico (dati 2023 del Ministero della Salute).

È dagli anni Settanta del secolo scorso che anche l’Arci lotta per l’aborto libero e sicuro. Non avremmo mai pensato di ritrovarci nel 2024 a dover difendere ancora la 194 e a dover discutere ancora di Interruzione volontaria di gravidanza, una questione che riguarda certamente l’autodeterminazione e la libertà delle donne nelle proprie scelte, ma anche la società tutta, compresi gli uomini.

“Quello che vogliamo per le donne che vivono in Italia – conclude Celeste Grossi – lo vogliamo per tutte le donne che vivono in Europa, dove più di 20 milioni non hanno accesso all’aborto, e con  paesi dove l’aborto non è gratuito. Siamo convinte e convinti che questa situazione possa e debba essere cambiata. Per questo abbiamo aderito con convinzione alla Campagna My Voice, My Choice, l’Iniziativa dei Cittadini Europei che si propone di raccogliere 1.000.000 di firme (https://www.myvoice-mychoice.org/it)”.