Il governo israeliano sta deliberatamente espandendo il conflitto, dopo aver raso al suolo Gaza e le violenze in Cisgiordania: ora punta a colpire il Libano. Mentre il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, parlava alla nazione, i caccia israeliani sorvolavano Beirut a bassa quota. È l’inizio di una nuova fase della guerra, come dichiarato dal ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, affermando: “Il centro di gravità si sta spostando da Gaza verso Nord”
La situazione in Libano si è velocemente aggravata dopo gli attacchi terroristici israeliani di martedì e mercoledì scorso che hanno fatto decine di vittime, migliaia di civili feriti e mutilati. La popolazione civile è attonita e spaventata per la violenza improvvisa e criminale di questi attacchi. L’ong di Arci, ARCS, da più di 25 anni è presente in Libano con progetti di cooperazione e di emergenza umanitaria a fianco della popolazione civile e delle tantissime persone profughe e rifugiate da Palestina, Siria, Kurdistan, Yemen, coinvolgendo in azioni di solidarietà internazionale il mondo Arci. Anche in queste ore il personale italiano e locale di ARCS nel Paese è attivo con le organizzazioni partner per affrontare l’emergenza umanitaria, pur nella difficoltà della minaccia aerea.
Condanniamo con forza l’amplificarsi di questi atti di guerra. La violenza non può e non deve essere la risposta, e la politica militare israeliana sta conducendo la regione verso una ulteriore catastrofe umanitaria di dimensioni enormi. La comunità internazionale, che dopo un anno non riesce a fermare il massacro a Gaza, non può permettere ad Israele di allargare le proprie operazioni di morte e distruzione anche alla popolazione libanese, con gli esiti di incendiare definitivamente una intera regione.
È necessaria un’azione urgente per fermare questa spirale di distruzione.
Chiediamo una presa di posizione immediata, forte e decisa da parte del governo italiano, dell’Unione Europea e dell’ONU:
- Condannare senza mezzi termini le operazioni militari israeliane;
- Interrompere immediatamente le forniture militari a Israele come già hanno fatto alcuni governi europei;
- Impegnarsi per un cessate il fuoco immediato in tutta l’area;
- Il ritiro delle truppe occupanti;
- Sostenere la diplomazia per il riconoscimento dei diritti di tutti i popoli coinvolti, inclusa la piena autodeterminazione del popolo palestinese.
Arci ed ARCS confermano l’impegno per la pace, la giustizia e i diritti umani, il sostegno alla popolazione civile e l’aiuto umanitario.
Moltiplichiamo tutti i nostri sforzi per chiedere di fermare la guerra, ora. È già troppo tardi.