Avviso Pubblico compie vent’anni. E li festeggerà a Casal di Principe, una città fino a qualche anno fa considerata la patria di un clan camorristico, mentre oggi è vista come la terra del martire don Peppe Diana e di tante altre persone oneste. Il 16 e 17 novembre, all’interno di due beni confiscati alla camorra, il Teatro della legalità e Casa don Diana, tanti amministratori locali provenienti da varie regioni italiane si ritroveranno per discutere e ascoltare le testimonianze del Procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo, del Commissario nazionale antiracket e antiusura, Prefetto Domenico Cuttaia, del Prof. Alberto Vannucci, ordinario di scienza politica all’Università di Pisa e noto studioso della corruzione. Non solo. Si discuterà di cosa è stato e di cosa deve essere Avviso Pubblico nello scenario attuale, in ciò aiutati dal libro Vent’anni di lotta alle mafie e alla corruzione in Italia. L’esperienza di Avviso Pubblico, edito dalla storica casa editrice Rubbettino, e curato da chi scrive questo articolo insieme a Giulia Migneco, responsabile della comunicazione dell’associazione. Un libro che contiene, tra gli altri, i contributi di Rosy Bindi, Presidente della Commissione parlamentare antimafia, di Franco Roberti, fino a pochi giorni fa Procuratore nazionale antimafia, di Agnese Moro, figlia di Aldo Moro, dello storico Enzo Ciconte, del presidente di Libera Don Luigi Ciotti, nonché le interviste agli ex presidenti dell’Associazione.
A Casal di Principe, Avviso Pubblico unirà memoria e impegno. Partita con 14 enti soci nel 1996, oggi l’Associazione ne conta quasi 400 sparsi su tutto il territorio nazionale. Dare voce e visibilità alla buona politica, raccogliendo e diffondendo le buone pratiche, seguire un approccio di tipo istituzionale e affrontare le questioni sulla base del merito, si sono dimostrati gli strumenti giusti per creare una rete di amministratori di diverse appartenenze politiche e concretamente impegnati nella prevenzione e nel contrasto alle mafie e alla corruzione. Diverse le cose fatte da Avviso Pubblico in vent’anni. Ricordiamo le principali: la Carta di Avviso Pubblico, un codice etico-comportamentale rivolto agli amministratori locali e ispirato ai principi della Costituzione; il Rapporto Amministratori sotto tiro, che documenta annualmente le minacce e le intimidazioni ai danni di sindaci, assessori, consiglieri e personale della pubblica amministrazione. Grazie anche al Rapporto, il Senato della Repubblica ha attivato una commissione d’inchiesta ed è stata approvata una legge specifica; il Dipartimento formazione e l’Osservatorio parlamentare, un portale che settimanalmente monitora i lavori di Camera e Senato e quelli delle commissioni d’inchiesta. Grazie all’Osservatorio Avviso Pubblico ha redatto un appello al Governo e al Parlamento, sottoscritto anche da Arci, dai sindacati confederali e da altre associazioni, per chiedere l’approvazione di sei proposte di legge. Di queste quattro sono già state approvate, compresa la riforma del Codice antimafia. Cambiare si può. Farlo in rete, con gli altri, è la strada da percorrere.