Sempre più vuoto di contenuti, sempre più acceso nella forma e con una costante che non tradisce mai: il machismo.
Il confronto a sinistra in Italia, benché abbia parecchi motivi per non esserlo, rimane una delle enclave più severe del maschilismo. E gli ultimi match tra Pd e Italia Viva ne hanno dato penosi esempi.
Se il ministro Bellanova guida la delegazione del suo partito ai vertici di maggioranza è «il mastino di Renzi». Se Maria Elena Boschi attacca il Pd «forse ha bisogno di visibilità». Parlare nel merito (controbattendo anche duramente) pare più difficile quando gli interlocutori sono donne. Più facile, per screditarle, insinuare il dubbio su presunte debolezze o sudditanze oppure appioppare, quando sono feroci, alle lotte politiche di figure femminili un carattere dichiaratamente testosteronico.
Quando in politica crescono donne di potere la tendenza è ridurle a immaginette bidimensionali, che vivono di luce riflessa. Così vere leader non se ne vedranno mai. Anzi, non si vedranno a sinistra, perché a destra una c’è già.
Si chiama Giorgia Meloni.