Il 24 novembre D.i.Re, Donne in rete contro la violenza, sarà alla manifestazione nazionale a Roma per affermare il diritto delle donne a vivere libere da soprusi e maltrattamenti.
Questo governo spregiudicato sta portando avanti un attacco duro, fascista e razzista contro le donne, con lo scopo deliberato di minare e depotenziare tutte le misure che sono state conquistate nell’arco di decenni per riequilibrare le disparità tra i sessi, garantire il diritto di scelta, vivere maternità consapevoli.
Saremo alla manifestazione per difendere la legge 194 e i luoghi autonomi delle donne, a cominciare dai centri antiviolenza e dalle case rifugio, che hanno consentito nell’arco di 30 anni a centinaia di migliaia di donne di lasciarsi alle spalle l’esperienza della violenza e riprendere in mano le proprie vite.
Torniamo a pretendere, così come il 10 novembre in decine e decine di piazze in Italia, il ritiro del Ddl Pillon su separazione e affido che non può essere imposto a colpi di ‘noi andiamo avanti’ a fronte delle numerose e pericolose criticità evidenziate. Sono già oltre 115.000 le firme in calce alla petizione lanciata da D.i.Re per chiederne il ritiro.
Il DDL fa pensare che chi ha redatto il testo sia completamente decontestualizzato e non tenga conto di cosa accade nei tribunali, nei territori e soprattutto tra le mura domestiche.
Il testo sembra quasi completamente ignorare la pervasività e l’insistenza della violenza maschile che determina in maniera molto significativa le richieste di separazioni e genera le situazioni di maggiori tensioni nell’affidamento dei figli che diventano per i padri oggetto di contesa e strumento per continuare ad esercitare potere e controllo sulle madri.
Ignora inoltre il persistente squilibrio di potere e di accesso alle risorse proponendo un’equiparazione tra i genitori, il doppio domicilio dei minori, l’eliminazione dell’assegno di mantenimento e dando per scontate disponibilità economiche molto spesso impossibili da garantire per le donne in un paese con elevatissimi tassi di disoccupazione femminile. Un tale dispositivo normativo, se approvato, comporterebbe quindi per una gran parte delle donne, in particolare per quelle con minori opportunità e risorse economiche, l’impossibilità di fatto a chiedere la separazione e a mettere fine a relazioni violente determinando il permanere in situazioni di pregiudizio e di rischio in aperta contraddizione con l’attenzione alla sicurezza tanto centrale per questo governo.
In un contesto socio-economico che sta accentuando sempre di più le disuguaglianze e a fronte dei continui tagli al sistema sanitario e di welfare, riaffermiamo il diritto delle donne all’indipendenza economica e respingiamo al mittente il tentativo di riportarle tra le mura domestiche per sostituire la carenza dei servizi e per riaffermare il potere patriarcale.
D.i.Re sarà in piazza il 24 novembre per denunciare l’erosione dei diritti degli ultimi a cominciare da quelli delle persone migranti perché l’attacco contro di loro è speculare all’attacco contro le donne e per rilanciare il senso e il valore dell’accoglienza.