Io sostengo Racines

L’associazione Racines è stata sciolta a seguito di una denuncia del procuratore generale su richiesta del governatore di Casablanca – Anfa. La decisione di scioglimento è stata pronunciata dal Tribunale civile di primo grado di Casablanca il 26 dicembre 2018.

Racines non ha voluto reagire prima di disporre dei dettagli del giudizio. Gli elementi del dossier mostrano l’intenzione del Ministero dell’Interno di interrompere le attività, usando diversi pretesti.

Dal 2011, la nuova Costituzione marocchina garantisce «le libertà di pensiero, di opinione e di espressione in tutte le sue forme». Essa sottolinea inoltre il ruolo essenziale delle associazioni in quanto spazio di mediazione tra Stato e società al fine di consolidare la democrazia e promuovere l’impegno civico tra i cittadini del Marocco. Questo compito è tanto più essenziale oggi che altre strutture non svolgono le loro missioni, in un momento in cui il Marocco vive una situazione di alta tensione sociale.

Racines opera per organizzare, raccogliere e restituire la parola di cittadine e cittadini, al fine di costruire collettivamente delle risposte per instaurare e rendere duratura una democrazia equa.

Così nelle dodici regioni del Marocco, Racines ha sviluppato dei programmi pluriennali sulla rendicontazione finanziaria, sul razzismo, sulle politiche pubbliche per l’istruzione, sugli Stati Generali della Cultura. Racines è attiva nel campo della cooperazione culturale a livello internazionale. In meno di 10 anni di esistenza, essa è stata riconosciuta dalle istituzioni: UNESCO, Unione Africana, Unione Europea, Federazione internazionale delle coalizioni per la diversità culturale. Racines collabora inoltre con partner di ONG per l’elaborazione di politiche culturali utili per lo sviluppo in vari paesi africani e arabi: Rwanda, Libano, Egitto, Tunisia, Mauritania, Gabon e Mali.

Questa sentenza giudiziaria è inquietante sotto molti aspetti. Essa lascia presagire un futuro incerto per le associazioni marocchine, perseguendo ancora di più una strategia securitaria e liberticida, a scapito dei valori universali di libertà fondamentali – compresa la libertà di espressione –  ed emancipazione dei cittadini presenti nella Costituzione marocchina e nei trattati internazionali ratificati dal Marocco.

Questo scioglimento rappresenta una spada di Damocle sulla libertà associativa nel Marocco; risulta inoltre incomprensibile questa battaglia di retroguardia, dal momento che l’associazione agisce per risvegliare lo spirito critico dei cittadini contro gli oscurantismi e i radicalismi, e per la costruzione democratica del Marocco.

Racines considera questa sentenza ingiusta e ingiustificata. L’associazione ricorrerà in appello e userà fino in fondo tutte le procedure giuridiche possibili per annullarla al fine di continuare il suo impegno per la libertà di espressione, la cittadinanza, l’emancipazione e la diversità culturale in Marocco e in Africa.

Su arci.it la lettera inviata dalla presidente nazionale Arci Francesca Chiavacci all’Ambasciatore del Marocco in Italia.