Nella notte di domenica al KM 124 di Santeramo in Colle, lo spazio gestito dal Circolo Arci Standby presso i locali rigenerati della stazione, si svolgeva una delle tipiche attività di animazione culturale e sociale a cui quello spazio è oggi destinato. Una serata di musica dal vivo, un’occasione di aggregazione giovanile sana, un’opportunità di espressione artistica e di riqualificazione artistica che segue quella urbana che ha sottratto un pezzo importante della città all’abbandono, rendendolo cuore pulsante di una comunità viva. Fino a che, intorno alla mezzanotte, gli spari hanno interrotto la musica. Un fucile da caccia, impugnato da mani ignote, ha impallinato l’auto dell’organizzatore della serata musicale, lasciando nello sgomento e nell’incredulità i soci ARCI presenti e l’intera comunità che intorno alle loro attività da anni si stringe.
C’è un pensiero profondo e lungo, dietro la volontà da parte di un gruppo di giovani pugliesi di dedicare i propri sforzi e le proprie progettualità ad una scelta di comunità, al perseguimento dell’interesse generale, alla faticosa costruzione che da fatto culturale diventa pratica di cittadinanza attiva.
È l’antidoto migliore allo spopolamento del Sud, è la cura più efficace all’emorragia dei nostri giovani che non hanno bisogno solo di lavoro ma anche, forse soprattutto, di riallacciare quel nodo sentimentale con i luoghi, i quartieri, le strade.
Il Km 124 di Santeramo è esattamente questo: un’alcova in cui i più giovani possono vivere il miracolo intangibile dell’innamoramento per la propria terra, per ciò che anche di immateriale ha da offrire per chi resta o torna. Un miracolo che non è solo poesia, è anche prosa, a volte persino burocrazia. Organizzare spettacolo dal vivo, praticare la produzione dal basso significa oggi anche saper sopravvivere al dedalo di norme, di restrizioni, di cavilli a cui i piccoli organizzatori sono sottoposti in un clima generale, in molte zone della Puglia e del meridione, che vede queste attività come nemiche del decoro urbano e vessate da controlli ed esposti continui.
A tutto questo i giovani dell’ARCI e i cittadini attivi e promotori culturali in generale, sono pronti. Alle fucilate un po’ meno. Per questo hanno bisogno di tutto il sostegno della nostra rete, della nostra ARCI e noi siamo qui a manifestarglielo senza esitazione.
Non arretriamo di un millimetro dinanzi a questi ottusi colpi di fucile: l’aggregazione giovanile, la promozione della cultura dal basso e dello spettacolo suoneranno sempre più forte degli spari.
Walter Massa
Presidente Nazionale ARCI
Davide Giove
Responsabile Cura e Sviluppo del Mezzogiorno ARCI