Il primo film americano di Xavier Dolan
Il primo film americano dell’enfant prodige del cinema, Xavier Dolan, 30 anni e già 8 titoli strepitosi al suo attivo, ci è piaciuto pur con tutti i suoi (evidenti) difetti.
È un film che bisogna un po’ scovarlo, dietro ad una sceneggiatura dalla struttura inutilmente complessa, dietro a scene melodrammatiche e a tratti perfino prevedibili, ma La mia vita con John F. Donovan regala scene meravigliose tutte di Jacob Tremblay, l’attore bambino scoperto in Room che qui dimostra un vero talento.
Le musiche sono belle, i dialoghi sovrabbondanti, salti avanti e indietro nel tempo, scene madri che nei film precedenti bruciavano per verità umana in questo sono un po’ didascaliche. La chiave di lettura del film risiede nella sua trama e delle sue assonanze con la vita dello stesso Xavier Dolan: Rupert Turner è un ragazzino di 11 anni, il cui sogno di diventare un attore è alimentato da un’amicizia epistolare e segreta con la star televisiva John F. Donovan.
Nota la famosa lettera a Di Caprio che Dolan scrisse quando aveva solo 8 anni. Alla fine a penalizzare maggiormente il film è lo stesso cast internazionale. Con tutti i difetti, anche in questo lavoro emerge il genio del regista.