Un brutto inizio d’anno, che rischia di destabilizzare ulteriormente una vasta area che ormai non ha più memoria di cosa sia la pace.
L’esecuzione con un drone americano di Qassem Soleimani, potentissimo leader delle Guardie rivoluzionarie di Teheran, l’uomo più temuto del Medio Oriente e il più importante in patria dopo il Grande Ayatollah, è un vero e proprio atto di guerra che difficilmente non avrà conseguenze.
Donald Trump sfodera l’arma di distrazione di massa proprio nel momento in cui i sondaggi lo danno in costante calo e la procedura di impeachment prosegue per la sua strada: non è la prima volta che gli Stati Uniti scelgono di mandare il mondo nel caos per risolvere affari interni.
Le Nazioni Unite e la Comunità internazionale tutta non possono limitare la loro reazione con delle generiche dichiarazioni di condanna del gesto: c’e la necessità di arginare un Presidente Usa che ormai è disposto a tutto pur di vincere le prossime elezioni e di mettere in campo tutta la forza della diplomazia per evitare un’escalation militare dalle conseguenza imprevedibili.