È iniziata la Settimana internazionale per il Disarmo promossa dalle Nazioni Unite e che prende avvio nell’anniversario della loro fondazione (il 24 ottobre è infatti lo UN day). Si tratta di un’occasione per riflettere sui percorsi possibili di disarmo e per sottolineare gli impegni della società civile e delle istituzioni internazionali verso quest’obiettivo. L’adozione dell’Agenda internazionale 2030 per lo Sviluppo Sostenibile ha costituito un momento fondamentale per combattere il commercio illecito di armi. Anche la Rete italiana per il Disarmo promuove in Italia questo momento di riflessione e nei prossimi giorni rilancerà nuove proposte su campagne già in corso. Dal disarmo nucleare alla riduzione delle spese militari; dal controllo dei trasferimenti di armi alla proposta di una difesa civile non armata e nonviolenta; alla promozione di politiche di pace alla limitazione o messa al bando di armamenti come mine anti-persona, cluster bombs, droni armati, killer robots. La prospettiva sottolineata nei documenti di istituzione della Settimana internazionale per il Disarmo è la stessa che caratterizza alcune parti della nostra carta di intenti fondativa: «Condividere le analisi che vedono nella crescente produzione e nel commercio di armamenti uno dei fattori fondamentali di insicurezza e del moltiplicarsi di guerre tra paesi, di conflitti interni agli Stati e di violazioni dei diritti dell’uomo. Ritenere che la proliferazione di armi leggere metta a repentaglio la sicurezza degli individui e la democrazia. Considerare importante il ruolo della società civile per la promozione di trattati di ogni natura che promuovano la limitazione del commercio; la messa al bando di armi convenzionali e non convenzionali, e di nuova generazione; maggiori controlli e divieti sull’esportazione e l’importazione di armamenti; la riconversione al civile delle industrie militari; la riduzione delle spese militari; la nuova destinazione verso attività di interesse sociale di fondi prima destinati alla sfera militare».