La Simeide: una lotta vincente, libro di Tullio Bugari, Seri Editore Macerata, è occasione di un convegno sul tema del lavoro organizzato a Jesi il 22 marzo da Spi e Fiom Cgil Ancona, Istituto Gramsci Marche Sez. di Jesi e Arci Marche. Il libro è la ricostruzione della vertenza alla Sima di Jesi, azienda metalmeccanica con 700 operai negli anni settanta e leader in Europa nel suo comparto. Una storia locale di interesse non localistico: il proprietario era il nipote unico di Vittorio Valletta e anche la produzione era integrata alla Fiat, così ai dissesti finanziari per la cattiva gestione si aggiungevano gli effetti della ristrutturazione della componentistica Fiat. L’inizio della crisi alla Sima coincide con i licenziamenti alla Fiat e la ‘marcia dei quarantamila’. In questo contesto gli operai di Jesi individuano subito l’obiettivo: via il padrone e ingresso di un nuovo proprietario più affidabile, che garantisca non solo i livelli occupazionali ma anche la continuità nello stesso prodotto. Il ‘capitale sociale’ degli operai per reggere la lotta ha due elementi: la professionalità elevata per un prodotto di qualità e uno strumento di rappresentanza e democrazia nato con l’Autunno caldo, il Consiglio di fabbrica, nel quale la partecipazione non è cosa astratta ma esperienza quotidiana, che dà loro il senso del-la dignità e della politica assumendosi il destino dell’azienda, da non delegare a nessuno. La strategia è chiara: non restare mai soli, alleanze sempre con tutte le forze politiche e le istituzioni a tutti i livelli, fino ai frequenti incontri al Ministero. E poi dialogo continuo con la città, con assemblee aperte, trasmissioni televisive, ‘giornali parlati’ in giro con le trombe sull’auto e, quando occorre, blocchi stradali e ferroviari perché i problemi non mancavano, ma scusandosi con la città per i disagi di quelle lotte necessarie. La vertenza dura venti anni; il primo accordo importante con un nuovo proprietario avviene dopo dodici anni, poi altri otto perché l’applicazione dell’accordo non è totale, diversi operai restano fuori e occorre trovare loro alternative. La lotta è vincente perché ancora oggi lo stabilimento è attivo, con la stessa produzione, e occupa 250 operai. Dal 1977 al 1996, in un periodo in cui non solo cambia il mondo ma anche il modo di percepirlo. Per ricostruire la storia sono stati utili i documenti, volantini e comunicati raccolti dagli operai, il principale fondo è custodito presso l’OAAM – Ora d’Aria Archivio della Memoria, di recente affiliato Arci, costituito negli anni presso il Centro Studi Libertari di Jesi. Il convegno di presentazione, in programma il 22 marzo alle 17.30 presso Palazzo dei Convegni a Jesi, prevede un’anteprima con lettura e canzoni di brani del libro, a cura dei lettori e musicisti dell’associazione Arci Voce, poi dialogheranno con l’autore alcuni ex presidenti del Consiglio di fabbrica e ex sindaci della città; concluderà Daniela Barbaresi, segretario generale della Cgil Marche.