Di seguito il testo dell’appello
Domenica 28 gennaio le strade di Milazzo si riempiranno di vita e partecipazione contro la cultura dell’inquinamento, del profitto per pochi, della sopraffazione, dell’indifferenza, della rassegnazione e della morte.
NO agli inceneritori, SÌ al recupero di materia e al lavoro pulito, questo lo slogan del corteo che smonta la faziosa retorica governativa: quella che spaccia gli inceneritori quale soluzione alle discariche. Interramento e incenerimento sono due facce della stessa medaglia. Incenerire trasferisce le discariche dal sottosuolo all’atmosfera, producendo frazioni di ceneri pesanti ultrasottili pericolosissime che verrebbero in parte liberate in aria e in parte prodotte per essere smaltite come rifiuti speciali in ogni caso…. in discarica!
L’inceneritore è dannoso per il futuro del territorio.
Incenerire comporta per la collettività pesantissimi oneri economici sociali e sanitari:
1) attraverso il pagamento delle spese di conferimento dei rifiuti e trattamento delle ceneri risultanti;
2) attraverso il finanziamento degli accresciuti costi della spesa sanitaria causati dall’aumento o dall’insorgenza di specifiche patologie;
3) attraverso il mancato guadagno a danno delle finanze pubbliche, determinato dalla perdita di preziosi materiali che dovrebbero invece essere recuperati;
4) attraverso la perdita delle migliaia di posti di lavoro che sarebbero generati da un funzionante comparto industriale specializzato nel recupero di materia;
5) attraverso l’inevitabile e pericolosissimo danneggiamento del comparto agro-alimentare della Valle del Mela, ricco di virtuosi esempi di coltura biologica e luogo di produzione di prodotti alimentari con secoli di tradizione.
Un altro modello di gestione dei rifiuti è possibile ,un esempio su tutti sia la provincia di Treviso, dove 50 comuni consorziati danno lavoro a più di 680 persone e raggiungono livelli di RD oltre l’ 80%.
Pretendiamo che venga rispettato il piano paesaggistico d’Ambito 9 che vieta la costruzione dell’impianto!
La creazione a orologeria di emergenze rifiuti è un tristemente noto meccanismo messo in atto per derogare alla legislazione normale autorizzando opere e impianti illegali al solo fine di predare risorse pubbliche.
Pretendiamo che si costruiscano finalmente gli impianti per il trattamento della frazione umida la cui mancanza è il vero ostacolo al decollo della differenziata in Sicilia, unitamente all’applicazione di una tariffazione puntuale.
Donne e uomini, movimenti comitati e associazioni, sindacati e partiti e le amministrazioni locali affermeranno ancora una volta un secco No all’inceneritore del Mela e a tutti gli inceneritori: impianti che distruggono ricchezze e vite, garantendo privilegi a pochi, famelici speculatori.
Grande è la rabbia popolare rivolta al governo nazionale che invece di promuovere un Piano Nazionale per la Riduzione, Riuso, Recupero e Riciclaggio dei materiali, asseconda la logica dell’incenerimento e della discarica, privilegiando i lucrosi affari delle lobby di settore a discapito degli interessi diffusi, dello sviluppo collettivo, delle finanze pubbliche e della salute!
Ogni anno migliaia di italiani emigrano dai loro territori, ogni anno altri si ammalano a causa di industrie mefitiche e moltissimo languono sfruttati o disoccupati. Basta devastazioni, bonifiche subito!
Assieme ai movimenti fratelli che respingono giorno dopo giorno la depredazione dei territori da parte dei barbari in giacca e cravatta e si oppongono alla costruzione delle trivelle, alle discariche, alla privatizzazione dell’acqua, alla costruzione del TAP, del TAV e del MUOS e alla trasformazione della Sicilia in un avamposto militare, vogliamo fare fronte comune per liberare l’isola e l’Italia intera da quelle politiche e progetti che perpetuano la condizione di dipendenza, sfruttamento e sottosviluppo in cui versa ormai.
Domenica 28 gennaio sarà la giornata di tutte e tutti, delle figlie e dei figli, dei genitori, degli amici, delle persone che vogliono riappropriarsi del loro futuro e difendere la propria vita.
Sarà la giornata per la riappropriazione della speranza sottratta e per lo sviluppo distribuito, a partire dalla gestione di quei materiali, colpevolmente definiti rifiuti, che in realtà sono ricchezza appartenente alla collettività, a tutti noi.