L’Associazione Giuristi Democratici riporta con apprensione che nel tardo pomeriggio dell’8 novembre è stato arrestato ad Istanbul il nostro collega e compagno avv. Selcuk Kozagacli.
Le notizie sul suo arresto sono ancora del tutto frammentarie, e ancor di più sono formalmente sconosciuti i capi di imputazione, dato che nel vigore dello stato di emergenza la repressione antiterroristica da facoltà di trattenere l’arrestato per ben 14 giorni senza alcuna ufficializzazione delle ragioni dell’arresto. Non è difficile, però, arguire che l’arresto del collega sia strettamente collegato con l’arresto di altri 16 colleghi tra Ankara e Istanbul facenti parte dell’associazione sorella CHD e del gruppo HHB (l’Ufficio degli Avvocati del Popolo) di cui egli è il presidente, oltre che con l’arresto, e per fortuna il rilascio dopo pochi giorni di altri 6 colleghi smirnioti, tra cui la vicepresidente di CHD avv. Nergiz Tuba Aslan. Come spesso accade in Turchia, l’arresto era stato anticipato da una violenta campagna stampa contro il nostro collega, portata avanti dai più oltranzisti tabloid filo governativi, nei quali l’avv. Kozagacli era stato accusato persino di aver convinto allo sciopero della fame ad oltranza i suoi noti assistiti Nuriye e Semih, gli insegnanti recentemente incarcerati con l’accusa di partecipazione in organizzazione terroristica, da mesi in lotta per la revoca dei decreti emergenziali che li licenziarono in quanto indagati in un processo penale e che si stanno lentamente spegnendo, la prima nella sezione carceraria del principale ospedale di Ankara, il secondo, dopo il suo recente rilascio, nel suo letto. Se sarà confermato che tali sono le accuse che pendono sul nostro collega, vorrà dire che ancora una volta il governo turco ha deciso di attaccare, anziché i nemici della democrazia e i terroristi di Daesh che a decine se non centinaia filtrano indisturbati in Turchia per far ritorno in Europa, i difensori della democrazia e dello stato di diritto, con una scelta che non può che apparire o scellerata o criminale. Solo infatti con fantasia paranoide è possibile infatti immaginare avvocati progressisti e democratici indirizzare alla morte i loro assistiti o fiancheggiare organizzazioni terroristiche gestendone le comunicazioni o le strategie. Va inoltre sottolineato che il nostro collega è di fatto un simbolo per migliaia di altri colleghi e per moltissima gente comune, che sa di non essere sola se è difesa dai suoi avvocati. Colpendo lui si è voluto colpire per l’ennesima volta la vitale società civile turca, ultimo reale bastione conto l’autoritarismo del Presidente della Repubblica. I Giuristi Democratici esprimono tutta la loro preoccupazione e piena solidarietà al collega arrestato oggi e a tutti i colleghi già in carcere, chiedendone la loro liberazione immediata, affinché siano messi in condizione di svolgere liberamente il proprio lavoro, ovvero difendere tutti coloro che subiscono la repressione del governo turco, incapace di ammettere alcuna critica e costantemente ossessionato da fantomatici nemici interni e internazionali, che se non ha, crea, secondo la forma dei propri incubi.