Il voto amministrativo ha dato esiti che meritano una riflessione. Da diversi punti di vista. Le coalizioni di centro sinistra vincono al primo turno a Firenze, Bari, Modena, Pesaro, Lecce e Bergamo e al ballottaggio si afferma a Reggio Emilia, Prato, Livorno, Cremona, Rovigo, Verbania. Sul totale dei 3800 Comuni al voto, le liste di centrosinistra ne conquistano più della metà. In Emilia sono preoccupanti i risultati di Ferrara e Forlì, ma nel complesso – anche in quella regione – il centrosinistra si afferma in 174 Comuni (75%) su 235 al voto. In Toscana sono significative la vittorie di Livorno e Prato, ma nella storica roccaforte rossa Piombino la sinistra perde. Per il Pd, i segnali più preoccupanti arrivano dall’Umbria: dopo lo scandalo sanità, passano al centrodestra Perugia (al primo turno), Orvieto, Foligno e Marsciano. L’unica città dove il centrosinistra resiste è Gubbio. Di certo non un buon segnale, in vista delle prossime elezioni regionali, che si dovrebbero tenere a novembre.
C’è da dire che la Lega si afferma, si rafforza e dove è strutturata sul territorio raccoglie ampi consensi. Una valutazione che non può essere sottovalutata, ne sminuita con etichette sprezzanti di disvalore. Serve un forte argine alla destra, credibile e in grado di offrire all’Italia un’alternativa di governo.
Contemporaneamente il crollo di consensi del M5S nei Comuni è ancora più forte della sconfitta alle europee. A dispetto di troppe semplificazioni di cui molto si è parlato nel recente passato, si riafferma, insomma, che per raccogliere consenso servono le radici sul territorio e che ogni altro modo effimero non può essere il modello della nuova politica. Essere radicati è indispensabile per avere relazione con un territorio, le sue peculiarità e le sue articolazioni sociali. Così come è sul radicamento e nella concretezza della realtà che si innesta la selezione dei rappresentanti e la formazione di una classe dirigente. E avere radici è la condizione indispensabile perché un partito ritorni ad essere una comunità politica di donne e uomini uniti da comuni valori e dalla volontà di costruire un comune destino.
La nostra associazione, attraverso buone pratiche di cultura e solidarietà, idee e valori, contribuisce nei territori a creare quella comunità indispensabile per opporsi a una deriva reazionaria e pericolosa.
Quanto più la sinistra avrà radici forti, tanto più la costruzione di uno schieramento progressista sarà praticabile e la proposta di un’alternativa di governo sarà credibile.