Egregio Presidente,
Le scriviamo in qualità di rappresentanti di diversi circoli culturali abruzzesi. Come ben saprà, il Dpcm del 17 maggio 2020, all’articolo 1, lettera z, ribadisce la sospensione delle attività di nostra competenza senza indicare una data di riapertura. Il terzo settore è una delle categorie più sofferenti in questo momento, non essendo destinataria di sussidi specifici che possano aiutarci a non far spegnere quella che per molte comunità è una vera e propria luce sui territori.
Non le sfuggirà sicuramente, infatti, che nel nostro Abruzzo, spesso, e talvolta in aree disagiate o in piccoli centri, i circoli rappresentano realtà aggregative in grado di sostenere intere comunità e farsi latrici di proposte culturali e di mediazione sociale. In un momento come questo, dove l’assetto psicologico delle nostre comunità è alquanto provato, vorremmo poter tornare al lavoro nel pieno rispetto di tutte le misure predisposte a tutela della salute, dalla sanificazione dei locali al contingentamento delle entrate. Non capiamo perché, se, è possibile cenare in un ristorante o recarsi al bar, i circoli, il cui lavoro potrebbe essere gestito al pari di qualsiasi altra attività economica, evitando assembramenti, debbano rimanere chiusi. Leggiamo che a breve, come è giusto che sia, riapriranno teatri e cinema e chiediamo, almeno, di poter essere ad essi assimilati, se non è possibile favorire una riapertura più repentina. Un ulteriore perdurare della chiusura che ci è stata, sinora, giustamente, imposta, implicherebbe per molti di noi, non essere più in grado di aprire poi.
Il nostro, egregio Presidente, è un lavoro ancora da pochi considerato come tale, ma che si sceglie seguendo quella passione per la cultura e il vivere sociale, in ogni sua forma, che ci porta a fare un passo indietro dinanzi a guadagni più redditizi, ed uno in avanti dentro le comunità di cui facciamo parte. Riteniamo che la ripartenza di un Paese passi anche attraverso il benessere psicologico dei suoi cittadini e di ciò che esso può offrire, soprattutto in un periodo come questo in cui i circoli sono spesso, oltre che centri culturali, presidi di solidarietà. Quella di cui ora si ha più bisogno.
Le chiediamo, quindi, di provvedere, anche alla luce del fatto che altre Regioni hanno già dato precise disposizioni e date per la riapertura dei circoli ricreativi culturali, di inserire nella prossima Ordinanza Regionale puntuali prescrizioni per continuare a svolgere il nostro prezioso lavoro che spesso consideriamo missione.
Certi che vorrà rivolgere la stessa attenzione che ha mostrato verso altri settori, in attesa di un Suo riscontro, La ringraziamo e Le auguriamo buon lavoro.
Consiglio Direttivo Provinciale Arci Teramo