L’edizione 2018 del Festival Sabir approda a Palermo, capitale italiana della cultura. L’Arci, insieme alle altre organizzazioni che promuovono Sabir, è convinta che la cultura sia uno strumento indispensabile per essere liberi e che solo attraverso le contaminazioni, il dialogo e l’incontro si consolida e cresce una comunità.
Il mediterraneo è sempre stato uno spazio di scambio e interazioni tra popoli, lingue e culture. Sabir era la lingua franca parlata dai marinai nei porti del mediterraneo, fino all’inizio del secolo scorso. Un modo per consentire a chi viaggiava tra le città che si affacciano sul ‘mare nostrum’ di comprendersi e di riconoscersi. Oggi il mediterraneo è un grande cimitero. Migliaia di persone muoiono perché non possono viaggiare in sicurezza e legalità a causa della miopia e del cinismo dell’Europa e dei suoi governi.
Il mediterraneo è diventato lo spazio dove secoli di civiltà giuridica, di cultura dei diritti, vengono oggi affogati per interessi di parte e di partito. I diritti umani sono considerati un’ideologia da abbattere, così come la solidarietà, considerata un residuo del vecchio mondo da cancellare.
Sabir è il tentativo di costruire un percorso di convergenza tra soggetti della società civile dell’Europa, dell’Africa e del Medio Oriente per riannodare quei fili, quei legami che possano ricostruire una cultura ed una storia comune.
La libertà di circolazione, delle persone, delle idee, dei diritti e della cultura, è l’unica via per migliorare la condizione delle persone che vivono intorno al mediterraneo. Alzare muri, chiudere i porti, respingere e militarizzare le frontiere, ridurranno le opportunità di crescita e le libertà di tutti. Solo consentendo alle persone e alle loro idee di muoversi liberamente, di rivolgersi agli stati e non ai trafficanti per scappare da guerre, persecuzioni e disastri ambientali, o per cercare lavoro, consentirà a tutti di avere un futuro migliore. Non è una scelta che riguarda l’immigrazione e le sue regole. Si tratta di un nodo centrale per la qualità delle democrazie e per il futuro della nostra cultura. Se un giovane italiano può viaggiare liberamente per Tunisi e un giovane tunisino è invece considerato un nemico da respingere, quale futuro consegniamo ai nostri figli? Un futuro di conflitti e divisioni.
Nei giorni di Sabir a Palermo, città cosmopolita, intreccio tra le tante culture del mediterraneo, attraverso la formazione, gli eventi culturali, i seminari e le assemblee, cercheremo di costruire risposte comuni alla crisi che attraversa le democrazie occidentali. Un’alleanza delle società civili del mediterraneo per contrastare la cultura della paura e dei muri, che aiuta le destre xenofobe in Europa e i regimi antidemocratici in africa e medio oriente. Per fermare i Salvini, gli Orban, gli Al Sisi e gli Erdogan. Per consegnare ai nostri figli un mondo più giusto.