ROMA, 02 FEBBRAIO 2022 – Sono passati 5 anni dalla firma del memorandum con la Libia che ha consentito all’Italia di aggirare la legge nazionale e le convenzioni internazionali, delegando alla cosiddetta guardia costiera libica azioni di respingimento verso un Paese che le Nazioni Unite hanno ripetutamente dichiarato non sicuro.
Ancora oggi, nonostante le migliaia di prove e testimonianze, il nostro governo finanzia le stesse milizie libiche che praticano la tortura, il ricatto, la riduzione in schiavitù e la violenza su uomini e donne che hanno l’unica colpa di voler arrivare in Europa per chiedere protezione. Un diritto garantito dalle convenzioni internazionali e dalle direttive europee.
Il comportamento criminogeno e illegale dei governi, segnatamente del nostro, è tanto palese e ingombrante quanto ignorato da gran parte dei partiti e del mondo politico.
In questi 5 anni i dati ufficiali dicono drammaticamente che più di 80 mila persone sono state respinte dall’Italia e dall’Ue e riportate indietro dai guardiacoste libici.
Facciamo ancora una volta appello alle forze politiche, soprattutto a quei partiti che si ispirano ai principi democratici della nostra Costituzione, perché mettano fine a questa tragedia.
L’Arci ha contrastato fin dall’inizio i crimini contro l’umanità prodotti dal memorandum Italia-Libia, denunciando anche le conseguenze nefaste sul processo di pace, oltre che sulla vita di migliaia di persone.
È giunto il momento di chiudere questa pagina vergognosa della nostra democrazia. Non c’è più tempo da perdere.