ROMA, 25 FEBBRAIO 2021 – Provvedere al più presto alla vaccinazione delle migliaia di operatori e operatrici dell’accoglienza richiedenti asilo e rifugiati che, in conseguenza al lavoro in strutture collettive, con un rapporto molto complesso con il territorio, rischiano di essere un veicolo del virus e di moltiplicare le situazioni di crisi. Una questione che ci preoccupa e che riguarda la salute e la sicurezza di coloro che lavorano nei centri d’accoglienza e dei loro ospiti.
Questa la richiesta contenuta nella lettera inviata dall’Arci a Roberto Speranza, ministro della Salute, Luciana Lamorgese, ministro degli Interni, Domenico Arcuri, Commissario straordinario per l’emergenza Covid 19, Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e Antonio De Caro, presidente ANCI.
L’Arci è tra le reti nazionali, aderenti al Tavolo Asilo, che gestiscono un grande numero di progetti di accoglienza della rete SAI (ex SPRAR), di cui responsabili sono i comuni, e alcuni anche della rete CAS che fa capo alle prefetture.
Nella nostra rete lavorano, non senza difficoltà, più di un migliaio di operatori e operatrici impegnati a garantire quanto previsto dalla normativa nazionale e internazionale e ad assicurare una giusta relazione tra le comunità locali e gli ospiti dell’accoglienza pubblica.
Da quando la pandemia ha investito la nostra società e tutto il pianeta, le strutture di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati presenti nelle nostre città e gli enti gestori, sono stati lasciati per lungo tempo da soli ad affrontare le problematiche collegate alla crisi prodotta dall’emergenza sanitaria.
Siamo preoccupati per la salute e la sicurezza di coloro che lavorano nei centri d’accoglienza e dei loro ospiti per questo pensiamo che sia opportuno provvedere al più presto alla loro vaccinazione.