ROMA, 27 GIUGNO 2022 – Venerdì 24 giugno la violenza e il razzismo delle politiche di esternalizzazione europee ha raggiunto un nuovo apice di orrore, con la morte accertata di almeno 29 persone e centinaia di feriti alle porte d’Europa, alla frontiera tra Spagna e Marocco.
Davanti a questa ed ad altre morti ingiustificabili le istituzioni ancora non ammettono che si tratta di stragi evitabili.
Da anni ripetiamo che occorre creare canali sicuri e legali per permettere alle persone di spostarsi in sicurezza, mentre i governi continuano a giustificare le politiche di chiusura con la retorica del contrasto all’immigrazione irregolare.
Quello che è successo a Melilla non è una tragedia, ma il risultato dell’ultimo di una serie di accordi e negoziati geopolitici tra Spagna e Marocco e dei finanziamenti dell’UE per rafforzare le frontiere.
Il doppio standard con cui gli stati europei rispondono alle crisi umanitarie e all’obbligo di dare asilo, accoglienza e vie d’accesso legali per rifugiati e migranti, è ormai insopportabile. Negli ultimi mesi l’UE e gli stati europei hanno dimostrato che una politica su asilo e immigrazione che mette al centro i diritti delle persone è possibile e necessaria.
Ci uniamo alle associazioni della società civile africana ed europea nel chiedere urgentemente un’indagine internazionale indipendente perché faccia chiarezza sulle responsabilità e giustizia per le famiglie delle vittime, ad oggi ancora non identificate.
Chiediamo che il nostro governo abbandoni la retorica vittimista della ripartizione degli arrivi (non ancorata ai dati reali) e ponga in sede europea seriamente e con determinazione la questione della riforma del Regolamento Dublino e dell’introduzione di vie d’accesso legali e sicure per ricerca di lavoro e per richiesta di protezione. L’unico modo per combattere l’immigrazione irregolare è consentire quella legale e non armare eserciti e polizia per chiudere ogni possibilità di accesso al territorio dell’UE.