Racconti di migrazioni, un focus sul 1968 e un viaggio nell’Italia che non si vede, incontri con i registi, conferenze e spazio di riflessione sul cinema documentario
Torna il Modena Viaemili@docfest, il festival del cinema documentario che dall’8 all’11 novembre porterà al Cinema Astra di Modena una selezione di quindici documentari, con anteprime nazionali e regionali che entreranno a far parte de L’Italia che non si vede, la rassegna itinerante del cinema del reale curata da Ucca.
Tante le opere sulla realtà sociale contemporanea e sulla Storia del nostro paese, con un occhio di riguardo al meglio di ciò che si produce in Emilia Romagna, e gli incontri con i protagonisti, con dieci registi e un produttore presenti alle proiezioni per incontrare il pubblico. Per il terzo anno, il festival – diretto da Fabrizio Grosoli, critico cinematografico, e da Roberto Roversi, presidente nazionale dell’Associazione Unione Circoli Cinematografici Arci – è ospitato da una delle ultime sale del centro storico di Modena, con l’idea di restituire allo spazio del cinema il suo ruolo di luogo di discussione, incontro e approfondimento. Tutte le proiezioni e gli eventi sono a ingresso libero.
Si parte giovedì 8 novembre con un doppio appuntamento serale: alle 20 proiezione di Facciamo un film! di Wilma Massucco, che racconta cosa succede davvero dentro l’Istituto Ipsia F. Corni di Modena, scuola considerata di frontiera e spesso protagonista nelle pagine di cronaca, attraverso lo sguardo dei suoi studenti che, insieme alla regista, incontreranno il pubblico al termine della proiezione. A seguire Storie del dormiveglia, di Luca Magi, che arriva a Modena dopo aver vinto come miglior film italiano al Biografilm Festival 2018 e il debutto mondiale al Visions du Réel di Nyon. Il produttore Claudio Giapponesi incontrerà il pubblico dopo la proiezione. Venerdì 9 novembre giornata in collaborazione con il Festival della Migrazione: alle 18.30 Un popolo in pieno sole di Claudia Vavassori, un viaggio nel cuore del Senegal con l’associazione Takku Ligey e il Teatro dei Venti di Modena, dove lo scambio fra tradizioni e cultura diventa sinonimo di crescita. Alle 19.30, pillola della rassegna In che mondo vivremo? con gli interventi di Marwa Mahmoud, educatrice interculturale, Francesco De Vanna, ricercatore Crid – Unimore e la regista Martina Melilli. Alle 20.30 proiezione di Strange fish di Giulia Bertoluzzi, premiato al festival Visioni dal Mondo, che racconta la storia degli eroi anonimi di Zarzis, un villaggio di pescatori in Tunisia dilaniato dalla guerra. A seguire il corto Mum I’m sorry di Martina Melilli, vincitore di ArteVisione 2017, sugli oggetti recuperati dai corpi di uomini, donne e bambini che hanno tentato di arrivare in Europa, e che ora sono tutto ciò che resta delle loro vite. Infine, Iuventa di Michele Cinque, presentato al Biografilm festival 2018, storia della ONG fondata a Berlino da un gruppo di ragazzi per salvare chi fugge dall’Africa verso l’Europa.
Sabato 10 novembre alle 15, presentazione de L’Italia che non si vede a cura di Roberto Roversi, presidente Ucca; a seguire Un giorno all’improvviso di Ciro D’Emilio, presentato a Venezia 2018 nella sezione Orizzonti, incentrato su un diciassettenne della provincia campana, diviso tra il sogno di diventare una calciatore professionista e la protezione della madre bellissima, ma problematica. Il regista incontrerà il pubblico dopo la proiezione. Alle 17.30 My Tyson di Claudio Casale, miglior documentario della sezione MigrArti alla 75^ edizione della Mostra del Cinema di Venezia, un cortometraggio di 15 minuti che racconta una storia tra sport e integrazione ambientata nell’Italia di oggi. A seguire, Il clan dei ricciai di Pietro Mereu, presentato al Bigrafilm Festival, narra la storia di un gruppo di pescatori di Cagliari che hanno un passato con la giustizia, ma cui ora viene data una seconda possibilità di integrazione da un ex boss. Alle 19 si cambia tema e si parla di street art con il cortometraggio Il paese dei treni volanti di Diego Gavioli, sul rapporto tra gli abitanti di Camposanto e i tanti murales che ricoprono i muri grazie al progetto Quadricromie e, a seguire, Scripta manent di Giorgia Ripa, presentato al Foggia Film Festival, che segue il writer Manu Invisible ponendo una riflessione su come l’arte pubblica può cambiare il paesaggio urbano. Al termine della proiezione incontro con i registi Diego Gavioli e Giorgia Ripa, con la curatrice Cinzia Ascari e Luna Malaguti di Quadricromie. Alle 21 premiazione del concorso on line viaemili@docfest 2018. A seguire, Pentcho di Stefano Cattini, in collaborazione con il Festival dei Popoli, che racconta la storia del rimorchiatore che, il 18 maggio 1940, con 520 ebrei a bordo partiti da Bratislava, è soccorso da una nave militare italiana, quando l’Italia era alleata della Germania.
Domenica 11 novembre focus sul 1968, con una serie di film a tema: alle 14.15 Bob Kennedy – il sogno di un mondo migliore di Patrick Jeudy con la voce narrante di Walter Veltroni, che offre un ritratto del Kennedy che tutti chiamavano affettuosamente Bobby e dei cinque anni che separano la sua morte da quella del fratello, il Presidente. Alle 15.15 Ora e sempre riprendiamoci la vita di Silvano Agosti, presentato al Festival di Locarno, straordinario tentativo di ricostruire quel decennio turbolento che va dal 1968 al 1978 con l’utopia di cambiare il mondo. Alle 17, Arrivederci Saigon di Wilma Labate, presentato a Venezia, sull’avventura delle Stars, gruppo femminile toscano che pensando di andare in tournée in Estremo Oriente finisce tra soldati americani e basi sperdute nella giungla del Vietnam.
Il programma completo è disponibile su www.modenaviaemiliadocfest.it, facebook e instagram.