L’attacco della Corte Suprema ai diritti delle donne e alla loro libertà di scelta
A pochi giorni dalla decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di ribaltare la storica sentenza «Roe v. Wade», sono già nove gli Stati americani che hanno vietato l’aborto. Si prevede che nei prossimi giorni o nelle prossime settimane altri 12 stati faranno lo stesso.
Dopo 50 anni in cui è stata garantita l’autodeterminazione della donna sul proprio corpo e la sua libertà di scelta, una maggioranza di sei giudici a tre della Corte Suprema ha cancellato un diritto protetto dalla Costituzione affidandolo all’arbitrio dei singoli stati.
Un gravissimo e inedito attacco ai diritti delle donne e alla loro salute; un atto deplorevole che porterà a un aumento degli aborti clandestini e costringerà molte a viaggi costosi (per chi se li potrà permettere) negli stati dove l’interruzione di gravidanza resterà legale.
Un salto indietro nel tempo che ci riguarda e ci colpisce tutte perché in tante parti del mondo e sotto tutti i regimi politici si assiste a una stretta del controllo sul corpo, la sessualità e le libertà femminili. Sono sempre più frequenti campagne oscurantiste promosse dalle destre che hanno come primo bersaglio le donne e accade anche in Italia dove la legge 194/1978 è stata più volte messa in discussione.
La sentenza Usa ci insegna che nessun diritto conquistato va dato per scontato, per questo tutta l’Arci è al fianco delle donne americane e alla loro lotta per la libertà di scelta e l’autodeterminazione e invita a mobilitarsi nei territori, con manifestazioni, iniziative e incontri di approfondimento, affinché non si arretri di un millimetro sui diritti delle donne ma si facciano solo passi in avanti.