In questi giorni, l’attenzione è per un virus poco conosciuto che si è trasformata in isteria. É avvenuto proprio quello che non doveva avvenire. E a questo punto, per il bene della nostra vita sociale ed economica, e anche della nostra democrazia, è necessario lavorare per invertire la tendenza, per tornare piano piano alla normalità.
Credo che si debba rivolgere un grande e sincero ringraziamento ai tanti operatori del nostro sistema sanitario, i volontari, il civismo, la parte bella del nostro Paese. Che affronta senza protagonismi e a testa bassa le situazioni di emergenza. Noi ci sentiamo un pezzo di quella parte. E abbiamo operato ogni giorno per diffondere una corretta informazione a più persone possibili, compresi coloro che provengono da altri paesi.
Credo anche che da questa vicenda emerga con forza il valore del nostro sistema sanitario. Che ha certamente molti difetti, ma che è pubblico, non rifiuta nessuno. A quarant’anni dalla sua nascita, resta la più grande infrastruttura civile di solidarietà e di uguaglianza di cui andare orgogliosi.
Le misure prese stanno avendo effetti pesanti sulla vita economica, sociale e culturale del nostro paese. In tutti i settori, a partire da quello della cultura e della ricreazione che tocca pesantemente la vita di tanti nostri circoli. Per questo abbiamo chiesto un’interpretazione corretta delle ordinanze soprattutto quella relativa alle attività dei nostri circoli, nella consapevolezza che chiudere gli spazi dove si fa socialità rischia di essere un problema peggiore del male che si vuole debellare.
Il Governo dovrà assumersi la responsabilità di una crisi che si assomma a una situazione che era già di difficoltà, affrontando con coraggio e decisione i temi già aperti delle politiche del lavoro e di sviluppo. Una responsabilità grande e più difficile da onorare di fronte a personalità e partiti che fanno della sconsideratezza la base della propria azione.
Il mondo dell’informazione ha avuto e ha una responsabilità enorme nel presentare ai cittadini correttamente il fenomeno. E nonostante la gravità della situazione, c’è ancora qualcuno che tenta di produrre divisioni, alzare muri, cavalcando le paure, cancellare il sentimento di solidarietà che dovrebbe invece rafforzarsi.
Ma c’è un aspetto che ci riguarda tutti da vicino e che riconsegna alla nostra associazione un compito grande, che è quello di rafforzare i legami, le relazioni. La paura è un macigno sulla società e sulla vita delle persone. Ma sottrarsi è possibile. E la cultura è uno strumento formidabile per farlo.
Più cultura è meno paura.