Nuovo DPCM, il Governo non ignori l’associazionismo culturale e di promozione sociale

NON CI STIAMO!
Spiace molto constatare come le misure contenute nel nuovo DPCM appena emanato dal Governo mostrino una grave miopia. Perché non tengono assolutamente in considerazione il ruolo che i Circoli culturali e ricreativi svolgono nel Paese sia della loro funzione di antidoto alla solitudine e all’impoverimento culturale e materiale per cittadine e cittadini di ogni età, che in quella di promozione della cultura e della socialità. Attività che negli ultimi mesi abbiamo continuato a svolgere nel pieno rispetto delle regole anti contagio e con grande senso di responsabilità.
Siamo ben consapevoli che l’emergenza epidemiologica non sia terminata, come dimostrano i dati sui contagi da giorni in continua crescita, e siamo consapevoli che la salute è un bene primario. Siamo da sempre consapevoli della responsabilità che occorre per affrontare questo momento storico.
Siamo stati fra le prime organizzazioni nazionali a promuovere momenti formativi sulle misure di prevenzione del contagio, convinti che sia necessario comunque promuovere una socialità responsabile. Siamo pero’ altrettanto convinti che i luoghi di socialità e diffusione della cultura debbano rimanere aperti, tutti nel rispetto dei protocolli, per dare spazi sicuri di vita.
Convinti che cultura, socialità e partecipazione siano elementi essenziali, anche in questa fase, per la coesione sociale, la tenuta democratica e la ripartenza  e la crescita dei cittadini del nostro Paese.
E’ possibile avere socialità e diffusione della cultura, anche mantenendo la distanza di sicurezza.
La crisi legata alla pandemia ha colpito duramente anche l’associazionismo culturale e di promozione sociale diffuso nel territorio, che ha comunque svolto con grande impegno e fatica un ruolo  prezioso nelle attività di prossimità e  tenuta delle relazioni sociali.
Chiudere senza alternative, se non si è obbligati a stare a casa, può essere più pericoloso di una normalità organizzata , nel momento particolare che stiamo attraversando. E avrebbe conseguenze drammatiche, certamente per la nostra organizzazione, l’ARCI, ma anche per tanti altri.
Ci aspettiamo di non essere ignorati da misure di compensazione dei danni legati a provvedimenti che impongono la sospensione delle attività e che non riguardino le sole attività commerciali, che per gli enti non commerciali sono secondarie per definizione.