
Tutti i giorni. Anche l'8 marzo
L’Arci è un’Associazione generalista e mista, dove si incontrano generi e generazioni. E anche il gruppo Politiche di genere è un gruppo misto dove si incontrano generi e generazioni, non una Commissione femminile. Non ci occupiamo solo di tematiche di genere, ci occupiamo appunto di “Politiche di genere”, quelle che “mettono al mondo un mondo differente”, con l’obiettivo di indurre trasformazioni nelle relazioni tra generi all’interno dell’Arci e nella società tutta. Pensiamo che questo possa essere fatto solo accompagnando gli uomini che abbiamo accanto a comprendere la “rivoluzione culturale” che noi donne consapevoli delle nostre differenze e dei nostri valori abbiamo fatto, che con molti ostacoli stanno tentando di fare le persone Lgbtqia+, consapevoli che i diritti o sono di tuttɜ, o sono privilegi di pochi. E i privilegi, per loro natura, escludono e opprimono.
Assistiamo con preoccupazione a una deriva di parte del femminismo, in Italia e altrove, che invece di ampliare spazi di libertà cerca di restringerli, escludendo e negando diritti ad alcune soggettività. Questa tendenza si è manifestata anche con appelli ambigui, che a nostro avviso alimentano altre forme di esclusione. Viviamo tempi già bui, non abbiamo bisogno di altre chiusure.
Noi di Arci pensiamo che chi ha lottato per la libertà e l’autodeterminazione oggi debba sottrarsi alla costruzione di nuovi muri, negando esistenza e diritti ad alcune persone proprio in nome di un femminismo escludente.
Viviamo in un’epoca in cui i diritti sono sotto attacco. In questo contesto lottiamo per l’avanzamento dei diritti di tuttɜ e la solidarietà tra le diverse soggettività oppresse.
Insieme a tantɜ compagnɜ, come Arci ci riconosciamo nel movimento transfemminista intersezionale, che lotta contro le oppressioni senza gerarchie: i diritti non si elidono a vicenda, ma si rafforzano l’un l’altro. Non vogliamo conquistare una posizione migliore a scapito di nessun altrǝ.
Il linguaggio non è neutro. Abbiamo scelto di usare un linguaggio aperto per superare il maschile sovraesteso e dare visibilità alle donne e a tutte le soggettività che non si riconoscono nel binarismo. Lo abbiamo fatto per non discriminare nessunə. L’uso della schwa (ə, 3) è parte del nostro prenderci cura, nell’accezione che al termine cura danno le femministe – una nuova idea di politica e di giustizia basata sull’interdipendenza e sulla relazione per ridisegnare un nuovo modo di stare al mondo.
Riconoscere alle persone la libertà di scegliere il genere sociale con cui presentarsi nello spazio pubblico, di esprimere i propri desideri senza censure e cercare di soddisfare le proprie aspirazioni.
L’8 marzo saremo nelle piazze, come sempre, per un mondo più giusto per tutt3.
Nessun diritto cancella un altro diritto.
Nessuna apertura è discriminazione.
Nessun biologismo può essere un alibi per calpestare le vite di altre persone.